La Nuova Sardegna

Alghero

Rapina al portapizze, tre imputati dal gup uno patteggia 20 mesi

di Nadia Cossu
Rapina al portapizze, tre imputati dal gup uno patteggia 20 mesi

ALGHERO. Uno dei tre imputati – Antonio Doppiu (difeso dall’avvocato Elias Vacca) – ha patteggiato un anno e otto mesi (pena sospesa e danno già risarcito), un altro – Giovanni Tilocca (assistito da...

13 giugno 2018
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ALGHERO. Uno dei tre imputati – Antonio Doppiu (difeso dall’avvocato Elias Vacca) – ha patteggiato un anno e otto mesi (pena sospesa e danno già risarcito), un altro – Giovanni Tilocca (assistito da Danilo Mattana) – ha chiesto il rito abbreviato condizionato al risarcimento del danno (rinvio a settembre) e il terzo imputato – Andrea Sechi (difeso da Paola Dessì) – ha chiesto l’abbreviato. È l’esito dell’udienza preliminare che si è tenuta ieri mattina davanti al giudice Gian Cosimo Mura per la rapina di settembre del 2016 a un portapizze di Alghero. Lo avevano attirato con l’inganno e quando lui era arrivato l’avevano aggredito, minacciato e rapinato. A distanza di due mesi e mezzo da quella sera, Giovanni Tilocca, 24 anni, Antonio Doppiu, 21 anni, e Andrea Sechi, 24 anni, tutti di Alghero, erano stati individuati dalla polizia come i responsabili della rapina e arrestati. La vittima (parte civile con l’avvocato Sebastiano Chironi) era uno studente universitario di vent’anni che aveva approfittato dell’estate e della pausa delle lezioni e degli esami per farsi qualche soldo. I tre rapinatori avevano simulato l’ordine di alcune pizze, ma la richiesta si era rivelata solo una scusa. L’aggressione era avvenuta dopo le 23 del 27 settembre di due anni fa, una delle pizzerie da asporto tra le più conosciute in città stava per chiudere quando era arrivata un’ultima telefonata. Il mittente non risultava: numero sconosciuto, diceva il display del telefono fisso della pizzeria. La persona che raccoglieva le richieste di consegna a domicilio aveva preso nota e, come d’abitudine, aveva chiesto un numero di contatto in caso di ritardi o altri disguidi. La voce dall’altra parte del telefono aveva scandito le cifre di una qualsiasi utenza telefonica domestica e aveva fornito senza il minimo tentennamento l’indirizzo: via Marconi angolo via Sebastiano Satta. Il ventenne aveva preso le pizze, era salito in sella allo scooter e si era diretto lì, ma aveva faticato a trovare il portone del palazzo, nascosto dal cantiere per il rifacimento della facciata. Si era addentrato tra i ponteggi e qualcuno era arrivato alle sue spalle e lo aveva aggredito e rapinato. (na.co.)

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