La Nuova Sardegna

Alghero

Sassari-Alghero, il sindaco Bruno lancia il referendum: «4 corsie vitali»

Un tratto della Sassari-Alghero
Un tratto della Sassari-Alghero

Il sindaco chiama a raccolta i cittadini contro il declassamento a 2 corsie

16 novembre 2018
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ALGHERO. «Saranno tutti i cittadini di Alghero ad esprimersi sulla volontà di portare a compimento la quattro corsie tra Sassari e Alghero». È la dichiarazione di guerra che il sindaco Mario Bruno rivolge al Governo. Parole con cui il primo cittadino ribadisce l'intenzione di promuovere un referendum popolare dopo l'inatteso aut-aut arrivato da Roma. Nel corso della riunione della commissione per la Valutazione di impatto ambientale è emersa la volontà degli uffici ministeriali di consentire solo la realizzazione di una strada a due corsie per l'ultimo lotto, quello che va dalla cantoniera di Rudas al centro abitato di Alghero e al quale dovrebbe connettersi la nuova «bretella» per l'aeroporto. Per l'Anas l'ipotesi non è percorribile perché due corsie non corrisponderebbero agli standard suggeriti dai dati sui flussi di traffico. Per la Regione l'obiezione secondo cui la quattro corsia è incompatibili col Ppr è infondata. E il Comune insiste: quella strada è fondamentale per lo sviluppo del territorio, non si può tornare indietro.

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«Sembra un'altra Tav, questa volta tutta sarda - attacca il sindaco - Assistiamo al sostanziale declassamento del progetto da parte dei ministeri all'Ambiente e dei Beni Culturali, ma a questo punto sentiamo cosa pensano i cittadini». Bruno ha in mente un referendum consultivo, «e qualora gli altri territori del Nord Ovest Sardegna lo ritenessero opportuno, potrebbe essere esteso a tutti i cittadini della Rete Metropolitana», propone.

«È chiaro e assodato che l'intervento in oggetto è perfettamente ammissibile rispetto alla disciplina del Ppr ed è compatibile con la normativa paesaggistica del contesto territoriale di riferimento, essendo stato pianificato negli Anni 80 e autorizzato nel 2003 e 2005», insiste il sindaco di Alghero. «È quattro anni che l'Anas corregge e adegua i progetti alle caratteristiche territoriali di riferimento, meno impattanti possibile e meglio inseriti dal punto di vista paesaggistico - precisa Bruno - proprio adesso che il Cipe si accinge all'approvazione definitiva dell'opera si rischia di gravare pesantemente sulle legittime ambizioni di crescita del territorio».

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