La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, abuso d'ufficio in aeroporto: richiesti 5 rinvii a giudizio

Compariranno davanti al Gup l'ex direttore di Sogeaal, Mario Peralda e l'ex manager Giovanni Tolu

29 ottobre 2019
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ALGHERO. Sarà discussa domani, mercoledì 30, davanti al giudice dell'udienza preliminare di Sassari, la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura nei confronti di cinque persone accusate a vario titolo di abuso d'ufficio in concorso per l'acquisto ad opera della Sogeaal - società di gestione dell'aeroporto di Alghero - di due macchinari radiogeni destinati al controllo dei bagagli nello scalo.

I fatti originariamente contestati dalla sostituta procuratrice Cristina Carunchio, che nel frattempo è stata trasferita, risalgono al periodo tra luglio 2015 e maggio 2016 e avrebbero prodotto illecitamente una compravendita da 436mila euro. Domani di fronte alla Gup Carmela Rita Serra dovranno comparire l'ex direttore Sogeaal, Mario Peralda, sassarese di 55 anni, difeso dall'avvocato Nicola Satta; Giovanni Tolu, 48 anni, originario di Civitavecchia e residente a Olbia, all'epoca manager della società aeroportuale algherese, difeso da Ettore Licheri; Alessandro Cardi, 65 anni di Saronno ma residente a Roma, allora direttore centrale della Regolazione aerea Enac, difeso da Grazia Volo e Leo Mercurio; Fabrizio Masciocchi, 49 anni, di Saronno, residente a Cernusco sul Naviglio, ad e responsabile vendite della Smith Detection Italia srl, difeso da Daniele Ripamonti; Gerolamo Salis, 49 anni, residente a Roma, direttore vendite della stessa società, difeso da Emanuele Garufi. All'epoca la Gilardoni Spa era titolare di un contratto di appalto e noleggio con la Sogeaal per le apparecchiature usate ai controlli di sicurezza: rappresentata dall'avvocato Gianfranco Meazza, si è costituita parte civile e si è unita alla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura, secondo la cui ipotesi gli imputati avrebbero concluso l'acquisto dalla società americana di due macchinari EDS standard 2, obsoleti e fuori norma, mentre il regolamento europeo 1998/2015 imponeva già che «tutti i sistemi EDS acquistati a partire dall'1 settembre 2014 devono soddisfare lo standard 3». Rileva la Procura che l'acquisto sarebbe stato concluso «non ponendo in essere alcun bando di gara, al costo complessivo di 436mila euro Iva esclusa». Per l'accusa questo avrebbe «procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla Smith Detection Italia, e un contestuale danno alla ditta Gilardoni». (ANSA).

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