La Nuova Sardegna

Alghero

Cda della Fondazione, il Psd’Az ribadisce le critiche al sindaco

Cda della Fondazione, il Psd’Az ribadisce le critiche al sindaco

ALGHERO. Ad Alghero la principale voce dell’opposizione è il Psd’Az. Il partito del sindaco Mario Conoci è insoddisfatto dalla composizione della giunta comunale e dagli assetti di governo delle...

17 novembre 2019
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ALGHERO. Ad Alghero la principale voce dell’opposizione è il Psd’Az. Il partito del sindaco Mario Conoci è insoddisfatto dalla composizione della giunta comunale e dagli assetti di governo delle partecipate e dichiara guerra all’uomo che ha candidato, difeso ostinatamente, condotto a Porta Terra per poi sentirsi tradito. Dalle politiche di sviluppo economico alla gestione degli impianti sportivi, non c’è argomento su cui il segretario Giuliano Tavera, solitamente misurato e poco loquace, non sforni documenti di una durezza non propria della forza politica che in teoria esprime il sindaco. Il principale terreno di scontro è stata la nomina del consiglio di amministrazione della Fondazione Alghero. Dopo aver addirittura anticipato le critiche dell’opposizione, quasi invocandole, per l’indicazione del presidente Andrea Delogu nonostante il suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria legata al crac Capo Caccia, ora i sardisti litigano con Marco Tedde. Mai citato nel documento diffuso dalla sede di via Giovanni XXIII, l’ex sindaco viene rinominato con scherno come “il consulente regionale”. Tedde, che intanto incassa come primo risultato quello di aver distolto l’attenzione dei quattro mori algheresi da Conoci e Delogu, aveva argomentato a favore di quella nomina in punta di diritto e sul piano dell’opportunità politica, definendo l’attacco sardista un segno del decadimento culturale in politica. Tavera non si fa dare lezioni di diritto o di galateo politico e replica. «Comprensibile o meno, è certamente inopportuno e eticamente riprovevole che a capo di una società partecipata pubblica possa essere nominato chi ha già incassato una condanna – dice – ed è in malafede chi non vede che una sentenza grave sul piano sociale costituisce un richiamo morale ad astenersi dal nominare condannati anche se non definitivi, per reati di rilevante allarme socio-economico». Quale moro la spunterà? (g.m.s.)

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