La Nuova Sardegna

Alghero

la raccolta firme 

La politica algherese fa squadra «Giù le mani dall’ospedale marino»

La politica algherese fa squadra «Giù le mani dall’ospedale marino»

ALGHERO. «L’ospedale marino non si tocca». Divisi su tutto quando devono discutere tra di loro, i politici algheresi ritrovano unità e sintonia quando i diritti acquisiti della loro comunità vengono...

01 dicembre 2019
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ALGHERO. «L’ospedale marino non si tocca». Divisi su tutto quando devono discutere tra di loro, i politici algheresi ritrovano unità e sintonia quando i diritti acquisiti della loro comunità vengono minacciati dall’esterno. È così che il sit-in bipartisan promosso da esponenti di centrodestra, centrosinistra e Movimento Cinque Stelle davanti alla struttura sanitaria di viale I maggio è stata sì l’occasione per avviare la raccolta di firme sulla petizione destinata a Cagliari, ma lo è stata anche per vedere tutti insieme, tutti vicini, tutti in sintonia, il sindaco Mario Conoci, i suoi predecessori Mario Bruno e Marco Tedde e numerosi esponenti dell’intero scacchiere partitico cittadino. «Giù le mani dall’ospedale», è l’appello rivolto dalla Riviera del Corallo al presidente della Regione, Christian Solinas, all’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, al presidente del consiglio regionale, l’algherese Michele Pais, e al presidente della competente commissione consiliare, Domenico Gallus. «Lo stabile non sia posto in vendita neanche per realizzare coi proventi il nuovo ospedale», recita la petizione che potrà essere sottoscritta anche oggi alle 17 in largo San Francesco.

«I fondi per il nuovo ospedale sono già inseriti tra quelli destinati all’edilizia ospedaliera in Sardegna», affermano gli algheresi. L’ospedale marino non solo non deve essere venduto, ma «deve restare una struttura sanitaria ospedaliera e gli va garantita immediatamente la piena funzionalità». Dal coro si dissocia Enrico Daga. Il dirigente del Pd, dal suo “buen retiro virtuale” di Facebook, dice che «la sfilata in soccorso dell’ospedale marino è una battaglia semplice semplice per la politica che ama inseguire il facile consenso, ma che impedirà la realizzazione di un unico ospedale dove convivano le professionalità di settori che non possono operare in plessi separati, ottimizzando i costi di gestione di una delle sanità, quella sarda, più dispendiose d’Italia. Anziché puntare a un nuovo ospedale, stiamo decidendo di condannarci alla sopravvivenza». (g.m.s.)

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