La Nuova Sardegna

Alghero

Assenteismo in Comune ad Alghero, l'indagata torna al lavoro

Nadia Cossu
Assenteismo in Comune ad Alghero, l'indagata torna al lavoro

Violato il diritto alla difesa, il Riesame annulla un’altra ordinanza del gip

05 febbraio 2020
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ALGHERO. «Avrebbe attestato la propria presenza in servizio con la marcatura del badge ma in realtà usciva poco dopo, per trascorrere un’ora nella propria abitazione, pur risultando formalmente in servizio».

Così scriveva il gip nell’ordinanza che disponeva la misura interdittiva – con la sospensione dal lavoro – nei confronti di una dipendente del Comune di Alghero indagata insieme ad altri due colleghi per assenteismo. Ora quell’ordinanza è stata annullata dal tribunale del Riesame (presidente Elena Meloni, a latere Mauro Pusceddu e Giulia Tronci) cui avevano fatto ricorso gli avvocati Edoardo Morette e Andrea Delias. I legali in particolare avevano sollevato la nullità dell’interrogatorio di garanzia e di conseguenza la misura cautelare emessa dal giudice. E poi avevano evidenziato vizi legati all’accesso agli atti – acceso che sarebbe stato precluso (con conseguente violazione del diritto di difesa) – e, ancora, una contestazione poco precisa del reato che, secondo Morette e Delias, non avrebbe consentito «di comprendere in quali giorni la dipendente si sarebbe resa responsabile dei fatti».

Il ricorso è stato accolto e la misura è stata quindi annullata (ed è la seconda ordinanza annullata dal Riesame nell’ambito della stessa inchiesta). Soddisfatti gli avvocati difensori Andrea Delias e Edoardo Morette secondo i quali «la decisione del Tribunale ripristina una situazione di equità temporaneamente lesa da un provvedimento ingiusto poiché emesso, tra le altre cose, in violazione del diritto di difesa dell’indagata che non ha potuto prendere visione degli atti su cui si fondava l’accusa né prima dell’interrogatorio di garanzia né, per rifiuto del pubblico ministero, successivamente all’ordinanza applicativa della misura cautelare. Con la conseguenza che si è vista costretta a difendersi dalle accuse senza aver in mano alcun elemento utile a proporre appello che, per legge, deve riportare i motivi a pena di inammissibilità». Gli avvocati hanno quindi aggiunto: «Se fosse stato consentito l’accesso agli atti del fascicolo la nostra assistita, la cui serietà e professionalità sono state più volte riconosciute dallo stesso Comune di Alghero, avrebbe potuto spiegare che non possiede un ufficio all’interno della struttura comunale perché svolge esclusivamente mansioni esterne tra le quali quelle di ispettore ecologico e messo notificatore e che utilizza la propria auto per la semplice ragione che l’ente non le fornisce alcun mezzo di servizio». I legali evidenziano anche un altro aspetto: «Le contestazioni erano circoscritte soltanto a quattro episodi in quattro mesi, episodi isolati quindi che, se solo avesse potuto esaminare, avrebbe agevolmente chiarito, come verrà fatto nel corso del dibattimento».

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