La Nuova Sardegna

Alghero

«La disabilità non diventi un ostacolo per il lavoro»

di Stefano Sanna
«La disabilità non diventi un ostacolo per il lavoro»

La storia di Gabriella, 25 anni, sorda da bambina, una laurea e tanto coraggio L’amore per i bambini e il teatro le hanno dato la voglia per battere l’indifferenza

25 febbraio 2020
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ALGHERO. L’arte di sentire con gli occhi. E la forza per affermare che la sua disabilità non dev’essere un ostacolo per trovare lavoro. Gabriella Ficca ha 25 anni e non sente da quando è piccola. All’età di due anni per via di una forma di otite acuta ha perso l’udito da entrambe le orecchie. Una malattia diagnosticata troppo tardi che ha provocato effetti irreversibili.

«All’inizio non si capiva bene cosa avessi. I miei genitori si sono resi conto che qualcosa non andava quando all’età di due anni non parlavo e non avevo stimoli. Dopo alcune visite i dottori mi hanno diagnosticato la perdita dell’udito dell’80 per cento per via di un’otite acuta».

É cominciato così un percorso difficile che ha visto Gabriella affrontare - all’età di tre anni - la prima operazione chirurgica e la successiva installazione delle protesi che l’hanno aiutata, non a sentire, ma a percepire la direzione dei suoni.

«La vita ti mette alla prova e ti sfida – dice Gabriella – , l’importante è saper accogliere con il sorriso e cercare una soluzione a tutto». E la soluzione Gabriella l’ha trovata sviluppando una dote fondamentale che l’ha sempre aiutata: saper leggere con gli occhi il labiale delle persone.

«Quando ero piccola sono riuscita da sola a sentire attraverso gli occhi. Leggevo il labiale delle persone che mi parlavano. I miei occhi sono le mie orecchie e mi piaccio così come sono».

Tuttavia la sua disabilità si è riversata, inevitabilmente, anche sulla sua personalità. La convivenza con la disabilità, già difficile da accettare per lei, è andata ad aggiungersi alla compassione, indifferenza e incomprensione delle persone nei suoi confronti.

«Non mi sono mai accettata per via di quella chiamiamola “diversità”. Non mi sentivo compresa dalle persone perché mi guardavano in modo strano e mi trattavano in maniera differente da tutti gli altri».

L’amore verso i bambini, definiti da Gabriella innocenti e puri, e la passione per la recitazione teatrale le ha dato la possibilità di crescere e credere di più in se stessa.

«Quando recito mi sento libera e sicura. Sul palco dimentico i problemi mentre l’amore per i bambini piccoli mi fa sentire realizzata. Mi piace soprattutto aiutare quelli in difficoltà e che hanno problemi, a differenza di ciò che molte persone hanno fatto con me. É una reazione positiva». Proprio l’amore verso il prossimo ha fatto si che Gabriella si trasferisse a Napoli per laurearsi nel 2018 in Scienze dell’Educazione con curriculum socio-educativo.

«Sono andata via da Alghero per trasferirmi a Napoli da mia nonna e iniziare l’Università. Le difficoltà incontrate nello studio non erano poche ma mi sono sempre data da fare, prendendo anche voti alti. Sentivo però che dovevo tornare nella mia casa, Alghero. Mi mancava soprattutto il mare».

Tornata da due anni ad Alghero, Gabriella si è messa alla ricerca del lavoro che ama, riuscendo ad ottenere però scarsi risultati. «C’è difficoltà a trovare lavoro nel mio settore. Sì, mancano opportunità lavorative per tutti qui in Sardegna ma soprattutto ciò che noto è molta diffidenza nei miei confronti. In alcuni casi intuisco che dipende dalla mia disabilità, vista come incapacità, mentre in alcuni casi dalla poca esperienza (ma non mi viene concesso di farla), anche gratuitamente».

Sottoposta da poco al suo primo intervento di impianto cocleare, Gabriella crede e spera in un futuro nella sua amata terra con l’intento di abbattere quei muri di diffidenza e compassione che troppe persone hanno mostrato nei suoi confronti.

«Ora mi sono accettata, mi sento più forte e autonoma. Spero di lavorare con i bambini o magari nell’ambito della teatro-terapia, per aiutare chi si è “perso” a ritrovare fiducia in se stessi. Tutto ciò spero di farlo ad Alghero, città che amo e che mi fa sentire protetta e al contempo libera di essere chi voglio».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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