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Alghero, palazzo bruciato nel 2017: «Ridateci le nostre case»

di Luca Fiori
Alghero, palazzo bruciato nel 2017: «Ridateci le nostre case»

I proprietari degli appartamenti di via Vittorio Emanuele incontrano le autorità Alle 18.30 al palasport “Luca Manchia” un’assemblea per chiedere giustizia

12 giugno 2020
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ALGHERO. Due di loro non ci sono più, sono morti prima di poter vedere l’inizio dei lavori di ricostruzione. Inizierà proprio con un ricordo di Nicolino Doro e Francesco Piras, due inquilini scomparsi senza avere giustizia, l’assemblea straordinaria delle cinquantuno famiglie sfollate la notte del 18 luglio del 2017 dal palazzo di via Vittorio Emanuele, avvolto da un gigantesco incendio nel quale fortunatamente non ci furono vittime.

L’incontro è in programma stasera al “Palazzetto dello sport “Luca Manchia” in via Mauro Manca 8, alle 18.30. Per discutere delle conseguenze sugli eventi occorsi quella notte di quasi tre anni fa gli inquilini rimasti senza casa hanno invitato il sindaco Mario Conoci, il presidente del consiglio regionale Michele Pais, il presidente straordinario della Provincia Pietrino Fois, il presidente del consiglio comunale Raffaele Salvatore e il vescovo della diocesi Alghero-Bosa, monsignor Mauro Maria Morfino.

Furono ottantuno gli appartamenti bruciati nel rogo di tre anni fa e più di 145 persone private della loro abitazione. «Tre anni di deportazione vissuta senza alcun sostegno da parte delle istituzioni – hanno scritto i rappresentanti del comitato che rappresenta gli inquilini – 1095 giorni di sofferenza per donne, anziani, bambini, malati e uomini, che hanno perso a causa di un incendio colposo il bene primario per cui hanno fatto immensi sacrifici. Trentasei mesi di affitto in alloggi di fortuna – si lamentano i proprietari delle case distrutte – di rate di mutuo pagate senza sapere se la porta del proprio appartamento si riaprirà mai, tutto a proprie spese. Decine e decine di migliaia di euro bruciati che si sommano a tutto ciò che è andato distrutto nel rogo. Decine di persone senza l’assistenza psicologica necessaria dopo un trauma così grave, senza una risposta chiara sul futuro da parte di nessuno. Questo è stato il nostro tempo – concludono gli sfollati – ora è il tempo delle risposte».

Stasera il comitato dei cittadini chiederà alle istituzioni presenti di interagire con urgenza con il tribunale civile e con i periti affinché termino i loro lavori peritali e si arrivi quanto prima a sentenza.

Gli sfollati chiederanno inoltre che «le istituzioni si facciano portavoce della nostra condizione nei confronti delle compagnie assicurative – denunciano le famiglie rimaste senza casa – per avviare, celermente, la liquidazione dei danni per procedere in modo spedito alla ristrutturazione e ricostruzione del palazzo. Chiediamo al Comune – aggiungono gli sfollati – l’organizzazione di eventi per sensibilizzare raccolte fondi a sostegno delle famiglie».

L’incendio, che si era sviluppato molto probabilmente a causa di un mozzicone di sigaretta gettato da un passante nelle grate che sovrastano i sotterranei dello stabile, avrebbe causato un danno di circa 10 milioni di euro.

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