La Nuova Sardegna

Alghero

Il Baia di Conte non apre in duecento senza lavoro

Il Baia di Conte non apre in duecento senza lavoro

La più grande struttura ricettiva della Riviera del Corallo conferma la chiusura Stessa decisione anche per il Calabona. Il sindaco: «Siamo vicini ai lavoratori»

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ALGHERO. La più grande struttura ricettiva della Riviera del Corallo salterà la stagione 2020. L’Hotel Baia di Conte del gruppo “Tui” che con i suoi 1200 posti letto si affaccia sulle acque cristalline dell’area marina protetta di Capo Caccia, quest’anno terrà i cancelli chiusi, lasciando a casa circa 200 lavoratori.

All'origine della sofferta decisione del management le grandi restrizioni ancora in vigore nel Nord Europa e in Inghilterra, paesi dai quali arriva la maggior parte dei clienti del villaggio turistico. Per il comparto turistico algherese – già in ginocchio – è un’ulteriore mazzata, che si aggiunge alla notizia di altre strutture cittadine che quest’estate resteranno chiuse, tra le quali l’hotel Calabona.

«È un dramma occupazionale – commenta il presidente di Federalberghi della provincia di Sassari Stefano Visconti – ma anche imprenditoriale. La chiusura del Baia di Conte, dovuta alla scarsa domanda di prenotazioni – aggiunge Visconti – ha comportato anche la cancellazione di diversi voli charter destinati ad Alghero. La scelta del gruppo Tui – conclude il rappresentante degli albergatori – è comprensibile, come quella degli altri hotel della zona che a malincuore terranno a casa i dipendenti. «Il dispiacere oltre che per l’azienda – commenta amaramente Elisa Fonnesu dell’Hotel Calabona – è per l’affetto che lega la nostra famiglia ai lavoratori, molti dei quali collaborano con noi da decenni. Speriamo che il 2021 ci faccia dimenticare questa stagione terribile».

Vicino alle aziende e ai lavoratori del comparto anche il sindaco di Alghero Mario Conoci. «Dispiace che le conseguenze della crisi siano arrivate fino a costringere alla chiusura – commenta il primo cittadino – capiamo le difficoltà che sta attraversando il comparto turistico, un fenomeno preoccupante a livello nazionale. In questo momento la nostra preoccupazione rivolta al livello occupazionale che risente di queste decisioni. Pur nella consapevolezza che può non bastare e che siamo al cospetto di una crisi di dimensioni epocali – aggiunge Conoci – abbiamo il dovere di fare tutto ciò che è nelle nostre possibilità per contrastarne gli effetti. Certamente le scelte aziendali rispecchiano ciò che il trend del Paese delinea impietosamente, cioè che il turismo è il settore che pagherà di più. Faremo la nostra parte con tutto l'impegno che la situazione richiede, con interventi sulle agevolazioni fiscali, con la promozione della destinazione, con le politiche di allungamento della stagione. Siamo vicini ai lavoratori – conclude – verso i quali c'è bisogno certamente di misure di sostegno concreto da parte del Governo». (l.f.)

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