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Alghero, morì cadendo nel centro anziani: sette a giudizio

di Luca Fiori
Alghero, morì cadendo nel centro anziani: sette a giudizio

Maria Pinna, 97 anni, era caduta dalle scale con la sedia a rotelle ed era deceduta dopo tre settimane in Rianimazione

16 luglio 2020
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ALGHERO. Una mattina di luglio di quattro anni fa era precipitata con la sedia a rotelle da una scalinata nel “Centro residenziale anziani” di Alghero senza che nessuno - avevano denunciato i parenti - si accorgesse di nulla.

Due settimane dopo Maria Pinna, 97 anni di Villanova Monteleone, era deceduta nel reparto di Rianimazione dell’ospedale civile di Alghero dove era ricoverata dal giorno dell’incidente.

I familiari si erano rivolti immediatamente all’avvocato Mario Pittalis e presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Sassari per accertare eventuali responsabilità del personale della struttura di viale della Resistenza.

In sette erano finiti nel registro degli indagati e ora dovranno rispondere di omicidio colposo davanti al giudice monocratico Elena Meloni. A settembre dovranno presentarsi in tribunale Salvatore Giovanni Mulas, 63 anni, sassarese, dirigente del settore del comune di Alghero, cui fa capo il centro residenziale per anziani dove si era verificato l’incidente, Anna Maria Scognamillo, 52 anni, algherese, direttrice del centro residenziale per anziani, Armando Armandi, 64 anni, di Covo in provincia di Bergamo, presidente della cooperativa “Kcs Caregiver”, che si era aggiudicata la gestione dei servizi della residenza, Ilaria Chiesa, 46 anni, di Melzo in provincia di Milano, responsabile tecnico della cooperativa “Kcs Caregiver”. Rinvio a giudizio anche per le operatrici socio sanitarie Giovanna Meloni, 56 anni, algherese, Francesca Vargiu, 63 anni di Putifigari e Vittoria Artisunch, 39 anni, algherese. Queste ultime - secondo l’accusa della procura - devono rispondere di non aver vigilato adeguatamente per evitare l’incidente.

Gli altri imputati, difesi dagli avvocati Elias Vacca, Valentina Porcu e Carlo Pinna Parpaglia, sono accusati invece di aver omesso di «adottare le misure necessarie - è scritto nel capo di imputazione - volte a impedire che gli ospiti della struttura potessero raggiungere la rampa delle scale presente nel giardino esterno». L’incidente si era verificato la mattina del 24 luglio del 2016. Il figlio della 97enne aveva ricevuto una telefonata dal centro anziani e appreso che sua madre era stata trasportata d’urgenza al pronto soccorso con un trauma cranico, vari ematomi sul viso, frattura scomposta del bacino, fratture alle gambe e al torace. La donna era morta due settimane dopo nel reparto di Rianimazione. Secondo la ricostruzione dei carabinieri del Nas la intervenuti sul posto, la 97enne non autosufficiente, affetta da numerose patologie avrebbe aperto la porta finestra che si affacciava sul terrazzino della camera, superato uno scalino con la sedia a rotelle, percorso un corridoio all’aperto per una ventina di metri e poi sarebbe scesa lungo uno scivolo. L’anziana avrebbe poi percorso altri trenta metri circa su terreno sterrato fino a raggiungere l’imboccatura di una scalinata dalla quale sarebbe poi precipitata. Dopo circa un’ora, a vederla a terra, immobile, sarebbe stato un anziano dalla finestra della sua camera che avrebbe immediatamente dato l’allarme.

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