Sardenya i Llibertat
«Al Comune il faro di Capo Caccia»
Il movimento ne chiede l’assegnazione e un vincolo a uso culturale
27 agosto 2021
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ALGHERO. Il movimento Sardenya i Llibertat chiede una mozione del consiglio comunale algherese che impegni il sindaco e la giunta a chiedere alla Regione e all’Agenzia del Demanio dello Stato l'assegnazione dell'edificio del farista e del terreno circostante al faro di Capo Caccia con vincolo di destinazione d’uso esclusivo museale e culturale in genere, escludendo qualsiasi attività di pernottamento e di ristorazione. Una volta acquisiti al demanio comunale con vincolo di destinazione d'uso tali beni – si legge in una nota – potrebbero anche essere assegnati all’Ente Parco per lo svolgimento delle sue attività istituzionali di tutela e promozione ambientale.
«Dalle nostre più recenti ricerche – fanno sapere gli esponenti di Sardenya i Llibertat – il faro di Capo Caccia e relative pertinenze non risulterebbero tra i beni in imminente vendita o concessione a privati». Il movimento politico rivolge un appello a tutta una serie di autorità e all'intero consiglio comunale, oltre che per deliberare la mozione, anche per la predisposizione di un piano organico di censimento e utilizzo dei beni comuni, e che i beni immobiliari del patrimonio e demanio dello Stato insistenti nel territorio della Sardegna ma rimasti inutilizzati, mantenuta la classificazione vincolistica originaria o con introduzione di rigorosi vincoli di destinazione d'uso, vengano trasferiti alla Regione; quelli ricadenti nella fascia costiera dei due chilometri dal mare andrebbero acquisiti alla Conservatoria delle coste, debitamente riattivata. (n.ni.)
«Dalle nostre più recenti ricerche – fanno sapere gli esponenti di Sardenya i Llibertat – il faro di Capo Caccia e relative pertinenze non risulterebbero tra i beni in imminente vendita o concessione a privati». Il movimento politico rivolge un appello a tutta una serie di autorità e all'intero consiglio comunale, oltre che per deliberare la mozione, anche per la predisposizione di un piano organico di censimento e utilizzo dei beni comuni, e che i beni immobiliari del patrimonio e demanio dello Stato insistenti nel territorio della Sardegna ma rimasti inutilizzati, mantenuta la classificazione vincolistica originaria o con introduzione di rigorosi vincoli di destinazione d'uso, vengano trasferiti alla Regione; quelli ricadenti nella fascia costiera dei due chilometri dal mare andrebbero acquisiti alla Conservatoria delle coste, debitamente riattivata. (n.ni.)