La Nuova Sardegna

Alghero

«Il faro di Capo Caccia resti in mani pubbliche»

Nicola Nieddu
«Il faro di Capo Caccia resti in mani pubbliche»

Mozione del centrosinistra in consiglio comunale per scongiurarne la vendita L’opposizione chiede anche di definire il passaggio dell’ex batteria di Punta Giglio 

08 settembre 2021
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ALGHERO. «Il faro di Capo Caccia deve restare in mani pubbliche e deve essere impedita la vendita da parte dello Stato». A chiederlo sono i consiglieri comunali di centrosinistra Mimmo Pirisi, Gabriella Esposito, Pietro Sartore, Ornella Piras, Raimondo Cacciotto, Valdo Di Nolfo e Mario Bruno, che hanno presentato una mozione in consiglio comunale per «impegnare il sindaco Mario Conoci a fare le dovute pressioni a Cagliari affinché venga scongiurato il rischio altissimo di veder ceduto il faro a privati da parte dello Stato, attraverso Difesa Servizi SpA, come riferito anche dal direttore del Parco di Porto Conte, in seduta pubblica». Con la stessa mozione i consiglieri di opposizione chiedono anche di definire il passaggio formale dell’ex batteria di Punta Giglio e della Torre di Fertilia, anch’essi di proprietà del demanio, al patrimonio della Regione, come già deliberato dalla commissione paritetica nel marzo 2018, e successivamente il trasferimento formale e gratuito al Comune di Alghero. «In particolare – si legge in un nota – l’ex batteria di Punta Giglio ha visto la definizione del passaggio alla Regione in commissione paritetica solo nel 2018, nonostante le interrogazioni regionali subito dopo il trasferimento del bene, dal demanio militare al demanio dello Stato, avvenuto nel 2010».

La nota del centrosinistra algherese in consiglio comunale si chiude ricordando che «l’articolo 14 dello Statuto di Autonomia della Regione Sardegna prevede, come noto, che la Regione, nell’ambito del suo territorio, succeda nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali». Sul tema è intervenuto anche l’Ente Parco di Porto Conte, il quale ha precisato che «da qualche anno il Parco, in tutti i possibili modi consentiti, sta cercando di scongiurare la messa sul mercato del Faro di Capo Caccia e di trovare una possibile via di collaborazione con lo Stato per un uso condiviso (dual use) di valorizzazione della struttura per la parte della stessa non più interessata dalle primarie attività di segnalamento». A tal proposito, da Casa Gioiosa fanno sapere che nel sito internet del parco, nella sezione news, è contenuto un dossier che riporta le diverse le note inviate dal Parco ai competenti uffici della Marina militare e del ministero dell’Ambiente. Carteggio che fa emergere quanto il Parco abbia cercato di trovare una soluzione condivisa, o al contempo perfino transitoria, per un utilizzo momentaneo del faro, con i ministeri ed organismi preposti, ma non c'è stata alcuna risposta».

I vertici del parco di Porto Conte, rappresentati dal presidente Raimondo Tilloca e dal direttore Mariano Mariani, evidenziano come, nel luglio del 2020 c’è stata la firma di un protocollo di intesa per la valorizzazione e razionalizzazione di immobili militari fra il ministero della Difesa, il ministero Ambiente e il Demanio dello Stato che prevede anche il coinvolgimento degli Enti di gestione di parchi e aree protette. Infine l’Ente Parco ha chiesto l’attivazione di un tavolo tecnico sul tema.

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