La Nuova Sardegna

Alghero

Presunto stupro, la perizia non chiarisce i dubbi

di Nadia Cossu
Presunto stupro, la perizia non chiarisce i dubbi

Una 25enne aveva raccontato di esser stata drogata e violentata da un pizzaiolo Ma l’esame sul capello della donna non conferma né smentisce la sua versione

30 settembre 2021
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ALGHERO. Il quantitativo di Ghb (la cosiddetta droga dello stupro) rilevato sul capello della ragazza sarebbe minimo e non sufficiente a stabilire né smentire con certezza che qualcuno abbia somministrato alla giovane quella sostanza che – come ha spiegato ieri in aula il consulente della parte civile – in basse quantità viene prodotta autonomamente dal nostro organismo.

Il caso riguarda un presunto stupro accaduto qualche anno fa e per il quale è a processo un pizzaiolo trentenne di Alghero. Persona offesa nel processo che si sta celebrando in tribunale a Sassari è una ragazza di 25 anni (assistita dall’avvocato Luigi Esposito) che aveva raccontato di essersi risvegliata all’interno della sua abitazione di Alghero in stato confusionale, con ferite al volto, un incisivo spezzato e sul comodino un biglietto con il nome e il numero di telefono di una persona conosciuta la sera prima in un bar della città catalana. Dopo un primo confronto con l’uomo che le aveva lasciato quel recapito e poi si era offerto di pagare le spese odontoiatriche, la 25enne si era rivolta ai carabinieri per denunciare una violenza sessuale.

«Sono stata drogata e violentata» aveva riferito ai militari, ma inizialmente le analisi effettuate in ospedale, subito dopo la denuncia, avevano escluso l’assunzione di droghe e minato la sua credibilità. Certa che qualcosa di strano durante la serata fosse però successa, si era rivolta a un laboratorio di Torino per effettuare un test farmacologico attraverso l’analisi del capello. Dalle analisi era emerso che la 25enne aveva effettivamente assunto Ghb, la cosiddetta “droga dello stupro”. Il sospetto era che qualcuno le avesse aggiunto la sostanza in un drink nel corso della serata trascorsa nei locali della Riviera del Corallo.

Il consulente ieri ha sì confermato l’esito dell’esame di laboratorio sui frammenti di capello ma ha anche aggiunto di non poter né stabilire con certezza né escludere che la droga le fosse stata somministrata contro la sua volontà.

Sul banco degli imputati con l’accusa di violenza sessuale era finito l’uomo che aveva trascorso l’ultima parte della serata con lei, difeso dagli avvocati Nicola Lucchi e Marco Salaris, che ha sempre respinto le accuse.

Una telecamera di piazza Porta Terra, in pieno centro di Alghero, aveva immortalato la giovane barcollante pochi minuti dopo le 7 del mattino in compagnia di uno sconosciuto, diretta – circostanza che lei non ricorda – nella pizzeria in cui si sarebbe consumato un rapporto sessuale. Solo il pomeriggio successivo intorno alle 17, la giovane algherese aveva realizzato quello che le era capitato. Chiamato per un confronto, l’uomo aveva ammesso di essere tornato a casa con lei, si era proposto per ripagare la ricostruzione del dente, ma aveva negato di averle usato violenza. Nella prossima udienza sarà sentita una psicologa, teste della parte civile.

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