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Alghero, con il progetto “Bat” alla scoperta dei pipistrelli

Alghero, con il progetto “Bat” alla scoperta dei pipistrelli

L’iniziativa del parco di Porto Conte e dell’Amp ne ha svelato l’affascinante e misterioso mondo

01 ottobre 2021
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ALGHERO. Il pipistrello, questo noto sconosciuto. La saga dell’eroe Marvel Batman lo ha portato alla ribalta come simbolo positivo, la recente pandemia ne ha minato la fama, la realtà lo racconta come prezioso e a tratti indispensabile abitante di varie zone della terra, il progetto “Bat” punta a raccontarlo nel suo essere chirottero. Il parco di Porto Conte e l’Amp di Capo caccia, oltre a essere presenza importante sul territorio del nord ovest isolano, sono da anni ormai parte del progetto lanciato dal quotidiano La Nuova Sardegna, La Nuova@Scuola. Un progetto che ha nel comunicare, nell’informare, nello scambiare esperienze e nel formare i suoi capisaldi, applicati in primis al rapporto - da far crescere e da coltivare - fra la scuola, il mondo del lavoro e ciò che permea e circonda il vivere quotidiano e comune.

Un agire che contraddistingue l’essere e l’agire stesso di parco di Porto Conte e Amp di Capo Caccia, da sempre impegnati nell’attuazione di misure di conservazione rivolte ad habitat e specie del territorio di pertinenza. A tal riguardo e a proposito di pipistrelli, attraverso il progetto “Bat” si è provveduto alla predisposizione di un servizio organico e coordinato di studio, conservazione, gestione e informazione ambientale sui chirotteri: è stata fatta una prima mappatura sulla presenza nel parco delle diverse specie, sull’utilizzo del territorio d parte delle stesse, sull’impiego dei vari rifugi e sulle aree di alimentazione e svernamento.

Si è scoperto un mondo a parte. Misterioso quanto affascinate. È bene sfatare alcuni luoghi comuni sui pipistrelli: quelli europei sono piccoli, non si attaccano ai capelli, non succhiano il sangue dell’uomo o di altri animali e si nutrono di insetti, zanzare comprese. «Molte specie di chirotteri durante le ore diurne dell’estate riposano in particolari rifugi che possono essere edifici rurali, ruderi e perfino, nel nostro caso, costruzioni militari risalenti alla seconda guerra mondiale. Durante la notte vanno a caccia di insetti che trovano negli spazi aperti delle campagne della Nurra e in diversi specchi d’acqua naturali e artificiali. Durante l’inverno, i chirotteri trovano nelle nostre grotte luoghi ideali per il letargo. Il parco è un contesto ideale per completare il loro ciclo vitale». Dai dati raccolti è possibile definire, da un lato, il grado di idoneità del territorio alla permanenza di chirotteri e, dall’altro, lavorare su misure ad hoc funzionali alla loro coesistenza con l’uomo: dalle tecniche di restauro degli edifici rurali con particolari costruttivi atti a mantenere i rifugi per i chirotteri al posizionamento di apposite “Bat box”.

Per raccogliere informazioni, per riconoscere e contare gli appartenenti alle diverse specie, si utilizzano dei bat detector, apparati di ricezione delle onde emesse dai chirotteri per orientarsi e individuare le loro prede. Ogni specie emette infatti onde di eco locazione, normalmente non udibili dall’uomo, che possono essere quindi campionate e registrate.

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