Centro storico, un’altra spaccata
di Nicola Nieddu
Terzo furto con scasso in due settimane: nella notte di domenica preso di mira il negozio “Papiya”
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ALGHERO. Allarme microcriminalità in città: spaccio di droga, furti e atti vandalici sono ormai all’ordine del giorno. Protagonisti sarebbero soprattutto giovanissimi, alcuni dei quali addirittura minori. Negli ultimi mesi sono aumentati i furti con scasso, soprattutto ai danni di attività commerciali nel centro storico. La notte tra domenica e lunedì l’ultimo furto con scasso ai danni del negozio “Papiya”, in via Roma, mentre la settimana prima, sempre al centro storico, erano stati presi di mira “Gilbert” e “O -Bag”, nonostante le telecamere. Le forze dell'ordine, soprattutto carabinieri e polizia di Stato, lavorano incessantemente, ma evidentemente non è sufficiente per arginare un fenomeno che ora sta diventando preoccupante per una città come Alghero. Grazie all’attività investigativa delle forze dell’ordine in diversi casi si è arrivati ad individuare i colpevoli. Tra l’altro si tratta di furti di poche decine di euro. Il problema è che per arrivare a rubare quei pochi spiccioli, vengono danneggiate vetrate e porte che hanno un certo costo e questo va a pesare notevolmente sui titolari dele attività commerciali. Poi ci sono zone che ormai sono diventate come dei centri di spaccio: come piazza dei Mercati dove anche recentemente si sono verificati episodi di violenza. Almeno in un paio di circostanze la polizia è intervenuta per sedare delle risse tra giovanissimi finiti poi al pronto soccorso. I controlli non mancano, la settimana scorsa i carabinieri hanno sventato una serie di furti nella zona di Sant’Agostino. Secondo indiscrezioni sono stati individuati i giovani algheresi autori dei furti. Pare si tratti di due distinti gruppi formati da due-tre persone che agiscono sistematicamente nelle ore notturne per le vie del centro. Qualcuno è stato anche arrestato, ma nel frattempo è già tornato in libertà.
Il problema è maggiormente sentito nel centro storico. «Certamente evidenzia la presidente del Comitato per il centro storico, Alessandra Casu – questi episodi sono agevolati dai frequenti guasti e interruzioni del servizio di illuminazione pubblica: ci sono sere e notti in cui chiamiamo l’assistenza anche tre volte, perché nonostante l’intervento l’illuminazione risulta ancora spenta. E ci sono luoghi, come via Mazzini e piazza dei Mercati, rimasti al buio per più giorni di seguito».
La presidente si dice preoccupata: «Siamo a conoscenza di episodi di spaccio in centro storico, ci sono residenti che segnalano luoghi ormai frequentati solo da tossicodipendenti e la sicurezza percepita è in preoccupante calo». La presidente del comitato centro storico lancia un appello all’amministrazione comunale alla quale «chiediamo di intervenire e di coinvolgere la nuova prefetta nella lotta a queste forme di microcriminalità e allo spaccio di stupefacenti che le provoca. Siamo solidali con le attività colpite e ne condividiamo i timori per il futuro».
Il problema è maggiormente sentito nel centro storico. «Certamente evidenzia la presidente del Comitato per il centro storico, Alessandra Casu – questi episodi sono agevolati dai frequenti guasti e interruzioni del servizio di illuminazione pubblica: ci sono sere e notti in cui chiamiamo l’assistenza anche tre volte, perché nonostante l’intervento l’illuminazione risulta ancora spenta. E ci sono luoghi, come via Mazzini e piazza dei Mercati, rimasti al buio per più giorni di seguito».
La presidente si dice preoccupata: «Siamo a conoscenza di episodi di spaccio in centro storico, ci sono residenti che segnalano luoghi ormai frequentati solo da tossicodipendenti e la sicurezza percepita è in preoccupante calo». La presidente del comitato centro storico lancia un appello all’amministrazione comunale alla quale «chiediamo di intervenire e di coinvolgere la nuova prefetta nella lotta a queste forme di microcriminalità e allo spaccio di stupefacenti che le provoca. Siamo solidali con le attività colpite e ne condividiamo i timori per il futuro».