La Nuova Sardegna

Alghero

«La gru, il crollo. Ho visto la morte»

di Nicola Nieddu
«La gru, il crollo. Ho visto la morte»

Parla Pier Luigi Erre, l’algherese rimasto ferito a Torino nell’incidente costato la vita a tre operai

21 dicembre 2021
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ALGHERO. C'è anche un algherese, Pier Luigi Erre di 33 anni, tra i feriti nel crollo della gru che sabato scorso a Torino è costato la vita a tre operai. Per lui una prognosi di 60 giorni di cure, frattura di una vertebra lombare, ferite varie sulle mani e sul viso e un busto che dovrà indossare h24, ma soprattutto, un trauma psicologico di non poco conto.

Il giovane era a bordo della sua auto, un’Alfa Romeo Mito grigia, quando, percorrendo via Genova, a pochi passi dal Lingotto, ha sentito un boato seguito da urla. Attimi che nella realtà sono durate pochissimi secondi, ma che nella mente di Pier Luigi rimarranno impresse per tutta la vita, così come rimarrà impressa l'immagine del corpo senza vita di uno degli operai morto schiacciato a pochi passi dalla sua auto. «Una tragedia che non dimenticherò mai – racconta al telefono il giovane algherese –. Ero in auto e avevo appena superato il cantiere, con il traffico che era stato convogliato sulla corsia laterale del bus; in quel momento ho sentito rumore di ferraglia e di qualcosa che stava crollando, ma non capivo cosa, allo stesso tempo gente che urlava e mi diceva “vai via, via via”. A quel punto ho capito che c'era un pericolo e ho accelerato, poi la mia auto è stata colpita in pieno: un impatto violentissimo sul montante che ha scardinato lo sportello lato guidatore, esplosi gli airbag. Mi sono salvato per pochi centimetri. Per questo mi sento un miracolato, un fortunato». Sono attimi concitati che Pier Luigi Erre ricorda con lucidità. Nel raccontarli è ancora scosso, emozionato: «A tirarmi fuori dall'abitacolo sono arrivate due signore, proprietarie di un market vicino. Appena fuori dall'auto, il tempo di rimettermi gli occhiali che erano volati via e ho visto a poca distanza il corpo di una delle vittime. Una cosa straziante, una scena apocalittica. Io, tra le urla disperate della gente e in stato confusionale, sono stato portato dentro il market dove le due signore hanno cercato di tranquillizzarmi offrendomi dell'acqua, poi ricordo che sono stato soccorso anche da una dottoressa che ha verificato se non avessi lesioni importanti. Da li a pochi minuti son arrivate le forze dell'ordine e le ambulanze. Io sono stato immobilizzato con barella spinale e trasferito al pronto soccorso del Cto dove sono stato dimesso la sera. Tra l'altro nello stesso pronto soccorso ho avuto modo di incontrare una signora, anche lei ferita in seguito alla caduta della gru, la quale mi ha detto che sono un miracolato. Ancora stento a crederci».

Pier Luigi Erre vive a Genova ed era a Torino per il suo lavoro di tecnologo alimentare e da sabato sera sino a ieri notte è stato ospitato da un amico di Alghero che vive a Torino. Questa mattina sarà trasferito a bordo di un’ambulanza a Genova, dove ad attenderlo ci saranno i genitori che, proprio ieri, sono giunti in nave nel capoluogo ligure. «Per fortuna i miei genitori staranno con me per un po' di tempo, per darmi modo di riprendermi». E i genitori sono stati tra i primi ai quali Pier Luigi ha telefonato subito dopo l'incidente: «il primo in assoluto è stato il mio amico che vive a Torino, solamente perché era la persona più vicina che potevo conoscere e che poteva prestarmi soccorso. Poi ho telefonato ai miei genitori per tranquillizzarli». Ora per Pier Luigi Erre è iniziata una lunga degenza per poter recuperare dalle ferite fisiche e psicologiche, ma, appena possibile «vorrò tornare a Torino per ringraziare le due signore del market che per prime mi hanno soccorso, poi farò una vacanza rilassante nella mia Alghero».



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