La Nuova Sardegna

Alghero

Due simboli della città attendono di rinascere

di Nicola Nieddu
Due simboli della città attendono di rinascere

Serve un progetto di recupero per le chiese di San Michele e del Carmelo Situate in pieno centro storico, da anni sono preda dell’incuria e del degrado

12 febbraio 2022
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ALGHERO. Passeggiando per via Carlo Alberto e per via Cavour, nel cuore del centro storico, non si può far a meno di notare due chiese (San Michele e il Carmelo) transennate, con i portoni d'ingresso sbarrati.

E non si tratta di due chiese qualsiasi. Quella di San Michele, retta dai Gesuiti, è un simbolo della città, essendo proprio l'arcangelo San Michele il patrono di Alghero. Non a caso la messa del Santo patrono il 29 settembre è stata officiata nella cattedrale. Le funzioni liturgiche si tengono quotidianamente, ma l'ingresso dei fedeli avviene dalla porticina secondaria, da cui normalmente si accede alla casa convento dei Gesuiti, passando da Largo san Francesco, all'interno del Quarter, proprio accanto alla biblioteca San Michele e al centro culturale oggi sede della Fondazione Alghero. La facciata si sta progressivamente deteriorando e la caduta di calcinacci ha reso necessario il transennamento e l'impossibilità di accedere alla chiesa dal portone principale. È uno dei principali edifici di culto di Alghero, tra i più significativi esempi d'arte barocca in Sardegna, famosissima la sua cupola, uno dei simboli della città. L'edificio divenne perfino cattedrale della Diocesi di Alghero quando nel ’500 si era in attesa del completamento di Santa Maria. Dal 1675 è in possesso della Compagnia di Gesù che ne completò la ricostruzione e costruì il collegio annesso. Ancora oggi è retta dai Padri Gesuiti, ormai anziani, ma ancora attivi, come padre Tore, padre Rossi, padre Cherchi e padre Giacomo Pittalis. E se è vero che questi immobili sono di proprietà della Chiesa è altrettanto vero che è compito della collettività intervenire, anche attingendo alle risorse previste da leggi regionali per edifici di culto, specificatamente dell'assessorato alla Pubblica Istruzione, o a quelli ordinari dell'assessorato regionale dei lavori pubblici, o ancora con la destinazione degli oneri Bucalossi da parte del Comune, come prevede una specifica norma di legge.

L'altra Chiesa fatiscente è quella del Carmelo. Chiusa e transennata a protezione dei tanti passanti, lasciata abbandonata, senza nessun intervento nonostante fossero state individuate negli anni scorsi anche le risorse. Situata in via Cavour, davanti alla torre di San Giacomo, è stata costruita nel 1644, insieme al convento dei carmelitani poi adibito a case di civile abitazione. Al suo interno si trova la statua dedicata a Nostra Senyora dels Desemparats, la Madonna dei Derelitti, trasferita ad Alghero nel 1963 direttamente da València. Ha trovato un momento di ritrovato splendore solo nei decenni scorsi quando Monsignor Mario Corrias ne diventò nuovamente rettore, curandola e custodendola insieme alle terziarie e ai terziari carmelitani. Poi, l'abbandono e la chiusura. Gli interventi di ristrutturazione e recupero non sono solo un fatto religioso, ma culturale e di decoro per la città.



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