La Nuova Sardegna

Alghero

Pugno dopo una lite stradale: il 60enne è morto in ospedale

Gianni Bazzoni
L'incrocio di via XX settembre ad Alghero dove è avvenuta la tragica lite
L'incrocio di via XX settembre ad Alghero dove è avvenuta la tragica lite

Zuffa per una mancata precedenza ad Alghero: l’accusa ora è omicidio preterintenzionale

17 giugno 2022
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SASSARI. L’ultima speranza si è spenta ieri sera, qualche minuto dopo le 19,30: i medici che avevano tentato in tutti i modi di salvare la vita a Roberto Delrio, 60 anni, algherese, operaio al petrolchimico di Porto Torres, si sono dovuti arrendere. Le macchine che hanno allungato i giorni in attesa di un segnale di ripresa, sono state staccate.

Per un attimo, considerato il volere della famiglia che ha dato il consenso per la donazione degli organi, è stata valutata l’ipotesi dell’espianto. Ma in questi casi, quando muori per le conseguenze di un pugno sferrato durante una lite stradale, la storia prende un’altra direzione, quella giudiziaria.

Il sostituto procuratore della Repubblica del Tribunale di Sassari Paolo Piras infatti ha bloccato le operazioni dello staff sanitario e disposto il trasferimento del corpo di Roberto Delrio all’Istituto di Patologia forense di Sassari dove già oggi, o al massimo domani, verrà eseguita l’autopsia. Epilogo tragico quindi per una vicenda tutto sommato banale, una discussione nata per strada ad Alghero per una mancata precedenza. Una storia che doveva finire lì, con un gesto della mano e qualche parola di contestazione. Niente di più, storie di vita quotidiana che si vedono spesso.

Invece la situazione è degenerata con una violenza incredibile, nonostante la vittima avesse in auto anche il figlio di 15 anni (e un suo amichetto) che ha tentato disperatamente di intervenire per difendere il padre ma sarebbe stato colpito ripetutamente davanti a diversi testimoni. Un pugno in pieno volto quello sferrato da Roberto Di Seri, 40 anni, algherese pure lui, alla guida di una moto sulla quale viaggiava anche la sua compagna. Un colpo secco, Roberto Delrio è caduto, ha battuto pesantemente la testa a terra e ha perso conoscenza. È uscito fuori dal mondo e non c’è più rientrato: coma di terzo grado, questa la certificazione dei medici quando Delrio è arrivato in ospedale al “Santissima Annunziata” di Sassari.

Ricovero immediato in rianimazione, attività continue per salvargli la vita, le macchine hanno regalato una speranza fino alla serata di ieri. Poi l’ultima fiammella si è spenta. Drammatici i momenti della comunicazione della notizia alla moglie e ai familiari, la reazione forte per scacciare una notizia a cui nessuno voleva credere. E poi la grande testimonianza d’amore, la volontà di donare gli organi, l’equipe attivata per l’espianto che invece non è stato possibile. L’inchiesta della magistratura deve fare il suo corso, il medico legale dovrà accertare l’entità delle lesioni che hanno portato alla morte di Roberto Delrio. E lo scenario è cambiato: Roberto Di Seri e la compagna, infatti, erano finora accusati di lesioni colpose gravi, ma ora scatterà la contestazione di un reato decisamente più grave: omicidio preterintenzionale.

Ieri in tarda serata è stato disposto anche il sequestro della cartella clinica, materiale che andrà a integrare quello già messo insieme dagli investigatori in questi giorni. In mezzo c’è anche un video girato da un passante con il telefonino - che potrebbe risultare determinante - immagini che a quanto pare sono già in possesso degli agenti del commissariato della polizia di Stato di Alghero che hanno svolto le indagini su quello che è accaduto una settimana fa, nel primo pomeriggio. Fisico forte, nessun problema di salute: sembrava che Roberto Delrio nonostante la situazione critica potesse farcela comunque. È passata l’idea che fosse solo una questione di tempo, che dal buio generato dalla violenza si potesse comunque uscire. Che bisognava solo aspettare. Ore e giorni, sono trascorsi con questa convinzione, perchè non si può morire così. Perchè è assurdo litigare per nulla e scatenare reazioni feroci davanti a due ragazzini. In fondo non era successo niente, solo un problema nel traffico, come tanti. Doveva finire lì. Invece è stata fatta tutta un’altra via, fino alla morte di un uomo.

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