La Nuova Sardegna

Cagliari

Industria, Sardegna ancora a mani vuote

Alfredo Franchini

Chimica, piccolo passo in avanti Energia, accordo tutto da costruire. Ieri al ministero i tavoli tecnici tra governo e Regione Gli incontri non hanno dato risultati concreti Ignorati i patti per lo sviluppo del Nord-Ovest e del Sulcis

25 settembre 2007
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. I segretari del sindacato sardo avevano previsto che quello di ieri a Roma col governo sarebbe stato un incontro non risolutivo per i problemi dell’industria e l’avevano messo per iscritto in una lettera inviata al sottosegretario Letta. La previsione s’è avverata: nell’incontro tecnico al ministero c’è stato un piccolo passo in avanti per la chimica mentre la questione dell’energia è rimasta ferma. E ora il sindacato è pronto a mobilitarsi.

 Dopo anni di attese per l’applicazione degli accordi per la chimica (luglio 2003) e per l’energia (dicembre 2003), la delegazione sarda, con l’assessore Concetta Rau e tutto il sindacato, regionale e territoriale, si aspettava l’attuazione piena degli accordi. «E invece ci siamo trovati di fronte a una nuova fase interlocutoria», spiega Giovanni Matta, segretario regionale della Cisl. In realtà dai due tavoli distinti, aperti dalla segreteria tecnica del ministro Bersani, sono venute indicazioni differenti: «Per la chimica c’è un apprezzabile passo in avanti per l’accordo di programma perché gli stanziamenti per Assemini e per i progetti relativi all’insediamento di Ottana e Porto Torres sono certi. Purtroppo restano sospesi i progetti dell’Ineos su Assemini».

Un problema discusso centinaia di volte a Palazzo Chigi tanto che il sindacato ha chiesto sulla chimica l’apertura di un confronto nazionale. Ma se l’incontro per la chimica è stato giudicato «deludente» dai sindacati, quello sull’energia è addirittura inesistente. «È stata una doccia fredda», commenta Giovanni Matta, «abbiamo appreso che l’accordo per le industrie energivore è lontanissimo ed è tutto da costruire ancora. Non c’è una posizione unitaria anche sulle procedure possibili dell’Unione europea visto che azioni analoghe sono state avviate in Francia e in Spagna».

Il lavoro preparatorio non è stato in grado di dare risposte sulle decisioni di Bruxelles per il prezzo dell’energia e sull’accordo di programma «Cip 6» che è fondamentale per la privatizzazione della Carbosulcis. Una doccia fredda sulla delegazione della Sardegna perché è stato detto che anche la parte dei «contratti bilaterali subordinati» è ferma: non ci sono le risposte concrete sul «Patto per lo sviluppo del Nord Ovest». Una partita che riguarda l’energia con la realizzazione di una nuova centrale a Fiumesanto.

 Da oggi Cgil-Cisl e Uil saranno al lavoro per valutare l’esito del tavolo tecnico ma soprattutto per approntare un’opportuna strategia. I sindacati di base sono pronti a mobilitare i rispettivi territori e i segretari generali Giampaolo Diana, Mario Medde e Francesca Ticca, che avevano elaborato la lettera per Letta potrebbero alzare il tiro. Nessuno mette in discussione la validità dei tavoli tecnici ma è evidente che gli accordi devono essere preparati e stavolta quel lavoro non c’è stato. Però gli impegni: erano altri: era stato deciso che questa fase sarebbe stata conclusa entro settembre per poter inserire le risorse necessarie nella prossima Finanziaria.
In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative