La Nuova Sardegna

Cagliari

"Per il porto canale la ripresa è sicura"

"Per il porto canale la ripresa è sicura"

La Filt-Cgil respinge la proposta di revoca della concessione, la Cisl difende la Regione

11 luglio 2008
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La ripresa dell’attività al porto canale ci sarà, Cict-Contship l’ha garantito ai sindacati e alla Regione. Quindi la concessione per lo scalo industriale deve restare all’attuale armatore: a sostenerlo è la Filt-Cgil per bocca del segretario generale Sandro Bianco, una risposta indiretta a chi vorrebbe ripartire da una nuova gestione delle banchine di Macchiareddu: «Non è certo un compito dei sindacati chiedere la revoca della concessione per il porto - avverte Bianco - soprattutto quando i vertici dell’attuale gestione ci danno garanzie sul futuro. L’accordo sulla cassa integrazione significa che anche la Regione ha preso atto della volontà di Cict-Contship di andare avanti e di rilanciare il porto, noi siamo convinti che questo avverrà su tempi non lunghi».

Tempi che per il segretario della Filt-Cgil «non andranno oltre l’anno di copertura della cassa integrazione straordinaria». Bianco è decisamente contrario all’ipotesi - avanzata dalla Uil e dall’armatore Vincenzo Onorato - di individuare un terminalista alternativo a Cict: «Sarebbe indispensabile una gara internazionale - spiega il sindacalista - e di conseguenza tempi lunghissimi, senza neppure la certezza di trovare un gruppo in grado di portare realmente traffici in Sardegna. Molto meglio attendere che Cict-Contship proceda sulla linea annunciata alle organizzazioni, una linea sostenuta da realtà riscontrabili, come le ricapitalizzazioni e gli investimenti sui mezzi». Nessuna accusa dalla Filt-Cgil nei confronti della Regione, che ieri è stata sollecitata dalla consigliera socialista Maria Grazia Caligaris a intervenire «per il rilancio del porto canale e per l’accertamento delle responsabilità gestionali e politiche della grave crisi che lo investe, con gravi ripercussioni sull’occupazione e sulle possibilità di sviluppo socio-economico della Sardegna». Per Bianco l’amministrazione Soru ha fatto la sua parte: «Se la cassa integrazione straordinaria è stata concessa ai 195 lavoratori della Cict significa che la Regione ha verificato la presenza di tutte le condizioni necessarie a concederla - è il parere del segretario della Filt-Cgil - e che le garanzie fornite dal concessionario sono convincenti anche per l’amministrazione». Maria Grazia Caligaris però fa riferimento anche alle altre aziende che operano nell’indotto del porto, i cui dipendenti sono ora in gravi difficoltà: la Compagnia lavoratori portuali (Clp), la Iterc, la Società Rimorchiatori Sardi di Onorato. Aziende che - denuncia Caligaris - rischiano di essere travolte dalla crisi di Macchiareddu a favore di Gioia Tauro, lo scalo industriale dove il socio uscente di Cict, il colosso multinazionale Maersk, ha deciso di dirottare i traffici destinati alla Sardegna. Per loro non ci sono gli ammortizzatori sociali ma solo la speranza in una ripresa non lontana, sulla quale una parte dei sindacati confederali continua a scommettere.

Ma anche la Cisl, in una nota del segretario generale Fabrizio Carta, difende le scelte della Regione: «Non servono la facili semplificazioni - scrive Carta - e sarebbe bene abbandonare anche i provincialismi sterili. E’ puerile affermare che se non arrivano le navi coi container la colpa è delle istituzioni locali, così come appare rischioso puntare sulla revoca della concessione». Carta ricorda che «sono stati forniti i contributi per le gru, l’autorità portuale ha eseguito le opere di dragaggio e nel complesso sia il comune di Cagliari che la Regione e la Provincia non hanno mostrato ostilità nei confronti dell attività del porto canale». Il segretario della Cisl vede un limite alle possibilità di rilancio dello scalo industriale nella semplice attività di scarico e carico delle merci, mentre serve «uno sviluppo dell’area retrostante il porto, con la costruzione di infrastrutture e di collegamenti del porto con il resto della Sardegna, magari attraverso uno snodo ferroviario».
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