Un arbitro era contro il lodo Tuvixeddu
Una relazione di minoranza firmata dall’ex magistrato Gianni Olla contrasta la decisione di indennizzare il gruppo Cualbu
CAGLIARI. Emerge un’insanabile spaccatura fra i tre arbitri che hanno firmato il lodo da 70 milioni a favore di Nuova Iniziative Coimpresa nella controversia su Tuvixeddu: all’interno della lunghissima motivazione l’arbitro nominato dal tribunale, l’ex magistrato Gianni Olla, ha imposto agli altri due di inserire nella decisione una sorta di relazione di minoranza in cui le ragioni che hanno condotto il collegio a disporre il colossale indennizzo vengono confutate con grande energia in quasi sessanta pagine di testo. Olla aveva manifestato il proprio disaccordo già un anno e mezzo fa, votando contro il lodo non definitivo col quale il collegio ha affidato all’advisory Deloitte spa la consulenza sulla quale è stata poi fondata la decisione. Stavolta però il giudice Olla è andato oltre, argomentando nel merito di una vicenda la cui complessità non può certo essere risolta in un giudizio arbitrale. Salta agli occhi il contrasto di giudicati fra il Consiglio di Stato e il collegio arbitrale: da una parte i magistrati amministrativi supremi hanno stabilito che i vincoli per notevole interesse pubblico imposti dall’amministrazione Soru sui duecento ettari di Tuvixeddu e Tuvumannu sono legittimi e quindi l’impresa del gruppo Cualbu non può realizzare il piano immobiliare. Dall’altra due arbitri su tre si allineano alla relazione della Deloitte e affermano che la maggior parte della «responsabilità» per i ritardi maturati dal costruttore nella realizzazione del progetto sono della Regione. Attenzione però: al contrario di quanto il governatore Ugo Cappellacci ha dichiarato, la responsabilità non è soltanto dell’amministrazione Soru ma anche di quella attuale. Tant’è che l’indennizzo - che con le rivalutazioni arriverebbe a 76,7 milioni - è stato calcolato dalla Deloitte sui 1971 giorni di ritardo accumulati dal 2006 - 39 mila euro al giorno - al 18 maggio di due anni fa nell'ipotesi che i lavori fossero sospesi e che potessero riprendere. Poi ci sono i ventiquattro mesi successivi. Quindi una larga fetta del periodo di stop riguarda l’amministrazione Cappellacci, che in fatti si è difesa in ogni sede attraverso il proprio ufficio legale, vincendo tutte le controversie sul fronte della giustizia amministrativa ordinaria. Ma vediamo che cosa potrà accadere d’ora in poi. Nuova Iniziative Coimpresa potrà mettere in esecuzione il lodo subito dopo la notifica (quattro mesi di tempo) chiedendolo al tribunale di Roma. La Regione potrà opporsi, chiedendone la sospensione alla Corte d’Appello civile della capitale. Le motivazioni dovranno però essere riferite solo ad alcuni aspetti della decisione, uno potrebbe essere il contrasto di giudicati. Ma non solo, perché i legali della Ragione non hanno certo lesinato nel corso della controversia gli atti di contrasto della consulenza Deloitte, definita «fuorviante, disseminata di errori» e accusata di entrare «impropriamente nel merito delle questioni giuridiche» e di risponde «a quesiti che nessuno aveva posto». Su questi aspetti i giudici ordinari dovranno esprimersi. Mentre la notifica del lodo darà un nuovo impulso all’inchiesta della Procura di Cagliari, che ha acquisito appena qualche settimana fa all’ufficio legale della Regione tutti gli atti dell’arbitrato partendo proprio dalle valutazioni durissime espresse dagli avvocati regionali sulla consulenza Deloitte, poi diventata riferimento fondamentale per la decisione del collegio arbitrale. Insomma, la partita è tutt’altro che chiusa mentre la Regione è impegnata a riaprire anche quella sul Ppr, che avrà forti riflessi sul futuro di Tuvixeddu.