La Nuova Sardegna

Cagliari

Le arselle filippine colonizzano Santa Gilla

di Alessandra Sallemi

È allarme fra i pescatori, la scoperta è di queste settimane: la varietà locale pregiata per sapore e rendimento è praticamente sparita

14 maggio 2013
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CAGLIARI. L’arsella filippina ha colonizzato lo stagno di Santa Gilla spazzando via la pregiata arsella locale. E’ la brutta scoperta fatta in questi giorni dagli arsellai della laguna che hanno lanciato l’allarme. L’università si prepara a fare prelievi: non è strano che una specie nuova si faccia largo in acque ospitali come quelle dello stagno di Santa Gilla, stranissimo che non ci sia quasi più traccia dell’arsella col guscio sottile e un gran sapore la quale, si badi, qui cresce spontaneamente. L’anno scorso in questo periodo i subacquei tiravano via anche 10, 12 chili di arselle locali per volta, in questi giorni un pescatore ha immerso il coppo e ha prelevato un chilo di “filippine” piccole. Che cosa sia successo sarà oggetto di accertamento ma per la tormentata laguna è un brutto colpo qualunque sia la causa: un chilo di arselle nostrane al pescatore frutta dieci euro, un chilo di “filippine” appena cinque perché la qualità è assolutamente inferiore. Improvvisamente insomma lo stesso lavoro vale la metà. I pescatori spiegano che l’arsella locale è delicata: cresce in acque più profonde e risente delle temperature calde. L’arsella filippina invece sta verso la superficie: si ipotizza che questa si sia sparsa rapidamente e in qualche modo abbia provocato un effetto serra nell’acqua surriscaldandola, l’habitat naturale si è così modificato e la nostra arsella non ha trovato l’ambiente giusto per radicarsi. Ma capire cosa sia successo sarà compito degli esperti. La maggiore concentrazione delle arselle filippine, a un accertamento sommario condotto da alcuni pescatori, risulterebbe verso lo stabulario dove da sei, sette mesi circa si depurano anche le arselle filippine importate da rivendere sul mercato locale. I residui potrebbero essere finiti nello stagno anziché opportunamente smaltiti e, se tra questi c’erano uova, la colonizzazione è andata avanti senza controllo. La scoperta l’hanno fatta per primi i subacquei che girano per prendere cannolicchi, bocconi, orziadas, esche. L’arsella filippina ha il guscio grosso e un solo sifone per l’entrata e l’uscita dell’acqua: un occhio esperto la riconosce immediatamente. Così è cominciato un giro davanti a Sa Illetta dove c’è il parco arselle sottomarino e nessuno ha avuto dubbi sull’estensione del fenomeno:una colonizzazione vera e propria. Anni fa l’università aveva studiato la possibilità di far crescere questo tipo di vongola, ma il progetto era stato accantonato perché il prodotto locale era sempre superiore.

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