La Nuova Sardegna

Cagliari

Elezioni, blitz di Pili nel «lago dei veleni»

Elezioni, blitz di Pili nel «lago dei veleni»

Il candidato presidente di Unidos è tornato nell’ex miniera d’oro: «Pronti a causa di risarcimento contro lo Stato»

27 gennaio 2014
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CAGLIARI. «I soldi dei sardi utilizzati per pagare Eni, E.On e Sardinia Gold Mining. Niente bonifiche con la complicità di Stato e Regione». Riparte dall'ex miniera dell'oro di Furtei, dal «lago di cianuro», Mauro Pili per riportare all'attenzione una delle sue battaglie. Il deputato ex Pdl e candidato presidente del Popolo Sardo questo pomeriggio ha rivestito i panni del giornalista, per un nuovo blitz, insieme ad un gruppo di militanti, all'interno del lago dei veleni nelle campagne tra Guasila e Furtei, nel Medio Campidano. Obiettivo: denunciarne lo scempio ambientale e indicare i responsabili. Tutto poi puntualmente documentato e trasmesso in diretta su Unidos tv, la televisione del movimento da lui fondato visibile sul web. Una vera e propria campagna di denuncia con tanto di cartello con la scritta: «Chi inquina deve pagare». «Ci sono troppe connivenze e soprattutto tante negligenze», ha sottolineato il leader di Unidos. E annuncia: «Faremo una grande causa di risarcimento contro lo Stato, contro Eni e tutti quei soggetti che hanno inquinato la Sardegna e poi sono scappati».

Non manca una stoccata a Ugo Cappellacci, il presidente uscente. «Uscente di sicuro - ironizza - Questo luogo nel cuore del Medio Campidano è il simbolo della Sardegna violentata e devastata da una classe politica incapace di difenderla».

Il candidato ha ripercorso la vicenda: «L'estrazione dell'oro è cominciata nel 2006 e portata a compimento nel 2009 con un fallimento annunciato - rincara la dose - In questi anni abbiamo assistito al presidente della Regione che, dopo essere stato a capo della società di Sardinia Gold Mining, ha finanziato con i soldi dei sardi le bonifiche di quell'area dopo la fuga di canadesi e australiani. Bonifiche di fatto mai avviate e concluse. Soldi dei sardi per pagare le malefatte di questi violentatori dell'ambiente».

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