La Nuova Sardegna

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criminalità

Bruciato vivo nell'auto, il pm chiede l'ergastolo per l'assassino

La casa dell'uomo bruciato vivo in auto
La casa dell'uomo bruciato vivo in auto

Niveo Batzella è ritenuto capobanda del gruppetto di persone che partecipò all'omicidio dell'operaio Sergio Tronci nel 2004 in Sardegna

30 giugno 2015
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CAGLIARI. Due processi stamani per Niveo Batzella il pregiudicato accusato di tentati sequestri di persona e un omicidio e già condannato all'ergastolo per un secondo omicidio. Il primo processo, quello per il tentato sequestro dell'imprenditore caseario Alessandro Podda, si è concluso oggi con la condanna a 15 anni di reclusione.

Nell'altro, quello per la barbara uccisione dell'operaio Sergio Tronci, bruciato vivo nella sua auto, il pm Rossana Allieri ha chiesto che Niveo Batzella sia condannato all'ergastolo. Se i giudici lo condannassero al carcere a vita, sarebbe la seconda volta: Niveo Batzella infatti ha già ricevuto la pena dell'ergastolo per l'assassinio dell'imprenditore Gianluca Carta.

Stamani, davanti ai giudici della Corte d'Assise di Cagliari, il pm Rossana Allieri ha sollecitato dunque il massimo della pena per il presunto capobanda accusato, in concorso, dell'omicidio dell'operaio della Vesuvius, SergioTronci, massacrato di botte e poi trovato carbonizzato nel bagagliaio della sua auto a Ortacesus (Cagliari) nel 2004.

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Per l'assassinio di Tronci, lo scorso anno, il Gup aveva già condannato a 16 anni di reclusione il nipote di Niveo Batzella, Gianfranco Batzella, mentre sei anni e 8 mesi erano stati inflitti la convivente di Niveo, Lucia Pitzalis, amante di Tronci che si era prestata ad attirare nella trappola mortale l'operaio.

Infine, il pm Rossana Allieri, oltre all'ergastolo per l'omicidio Tronci, stamani ha anche sollecitato la condanna di Niveo Batzella, difeso dall'avvocato Riccardo Floris, a 10 anni per i maltrattamenti e le continue vessazioni a cui avrebbe costretto la compagna Lucia Pitzalis durante gli anni della loro convivenza.

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