Tragedia in mare a Pula, si analizza il gps dello yacht
La Procura di Cagliari cerca di capire cosa sia successo nel "buco" di due ore in mare dopo la morte della bambina di 11 anni
PULA. Una minuziosa analisi dei dati del Gps per ricostruire tutti gli spostamenti dello yacht coinvolto nell'incidente in cui è morta Letizia Trudu, la bambina di 11 anni dilaniata dalle eliche dell'imbarcazione ieri pomeriggio a Santa Margherita di Pula, sulla costa sudoccidentale della Sardegna.
È su questo elemento che stanno lavorando gli inquirenti della Procura di Cagliari per chiarire ogni singolo elemento della tragedia. Nei dati del navigatore satellitare sono riportati tutti gli spostamenti dello yacht dall'uscita dal porticciolo turistico di Marina Piccola, a Cagliari, alle varie tappe nel corso della giornata, fino all'arrivo alla spiaggia di Santa Margherita, dove è avvenuto l'incidente, e infine l'allontanamento dalla zona e il rientro a Cagliari.
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L'analisi si concentrerà sulle due ore trascorse nel tragitto da Pula a Marina Piccola, dove l'imbarcazione è stata poi sequestrata. Il comandante dello yacht, Maurizio Loi, 59 anni, già campione di windsurf, ha raccontato agli investigatori che dopo aver soccorso la bambina è risalito a bordo perché la barca stava andando alla deriva. Quanto alle due ore di "buco", l'uomo avrebbe chiarito di essere stato costretto a restare in mare così a lungo prima di raggiungere il porticciolo di Marina Piccola a causa delle avverse condizioni marine. Bisognerà ora capire se la sua versione sarà confermata anche dai dati del Gps.