La Nuova Sardegna

Cagliari

Rivolta nel carcere di Is Arenas: agenti penitenziari minacciati

Luciano Onnis
Il carcere di Is Arenas
Il carcere di Is Arenas

Una decina di detenuti ha cercato di aizzare anche gli altri carcerati. La preoccupazione del sindacato Fp Cgil

07 aprile 2018
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ARBUS. Rivolta ieri pomeriggio 6 aprile nella casa di reclusione di Is Arenas. Una decina di detenuti, tra cui quattro tra i più facinorosi, hanno iniziato a sbattere con violenza i blindati delle celle e a inveire contro il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la diramazione centrale, minacciando la restante popolazione se non avesse partecipato alla rivolta.

Il personale in servizio ha cercato insistentemente di riportare l’ordine, ma il gruppo dei promotori la rivolta ha continuato a minacciare le unità presenti con urla e gesta minacciose, spintonandoli e insultandoli. Solo grazie all'intervento di altri poliziotti penitenziari liberi dal servizio e giunti sul posto in tarda serata e dopo estenuanti trattative è stato possibile riportare la situazione alla normalità.

A dare notizia notizia dell’accaduto è il coordinatore regionale FP CGIL Polizia penitenziaria, Sandro Atzeni, secondo il quale "quel che è accaduto giovedì sera è gravissimo, anche in relazione all'atteggiamento assunto da molti detenuti” .

Nella sezione detentiva regolamentata dalla vigilanza dinamica, che permette ai detenuti di girare liberi buona parte del giorno e che per questo presenta livelli minimi di sicurezza, si respira alta tensione, con atteggiamenti palesemente provocatori da parte di buona parte dei detenuti verso i poliziotti.

La FP CGIL Polizia Penitenziaria chiede agli Uffici Dipartimentali "urgenti provvedimenti a tutela dei poliziotti penitenziari che lavorano nella Casa di Reclusione di Is Arenas Arbus e della stessa vivibilità nella struttura detentiva", è ovvio che così come è accaduto una prima volta non è escluso che in futuro simili criticità non possano ripetersi".

“In questa struttura dove gli agenti di polizia penitenziaria quotidianamente rischiano la loro incolumità e si trovano costretti a gestire detenuti che preferiscono parole del tipo” qui comandiamo noi” – sostiene Sandro Atzeni - riteniamo non più accettabile tale situazione, per il quale chiediamo l’allontanamento dei promontori della rivolta”.

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