La Nuova Sardegna

Cagliari

Nuraxi Figus, la miniera si converte in distillatore di Argon

L'ingresso della miniera di Nuraxi Figus
L'ingresso della miniera di Nuraxi Figus

La scienza per il rilancio del sito: il prodotto purissimo servirà per la ricerca sulla materia oscura

21 settembre 2018
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NURAXI FIGUS. Dall'estrazione del carbone alla ricerca della materia oscura. L'ultima miniera italiana, a Nuraxi Figus nel Sulcis (sud Sardegna), si riconverte nel segno della scienza e della tecnologia più all'avanguardia. Il nuovo corso si chiama «Aria», progetto internazionale per la produzione di isotopi in grado di interagire con la materia grazie a una grande infrastruttura: una colonna lunga quanto la Tour Eiffel, 350 metri di moduli già collaudati nel Cern (organizzazione europea per la ricerca nucleare) che, installati nel pozzo di Monte Minni, serviranno a distillare l'argon, ovvero la sostanza che dialoga con la materia.

Ma per adempiere al ruolo di «spia» dell'universo che non si conosce, questo gas presente nell'atmosfera deve trovarsi in una dimensione di altissima purezza. E a questo servirà la torre di distillazione criogenica, a «pulire» l'argon dalla radioattività, così da averne a disposizione in grandi quantità per la ricerca nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso, teatro dell'esperimento DarkSide. In via di dismissione ma non chiusa, in fase di transizione e pronta a un'altra destinazione, la miniera sarda è stata individuata come il luogo ideale per giocare un ruolo di primo piano nel progetto inaugurato oggi nella sede della Carbosulcis dall'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), promotore scientifico assieme alla Princeton University, dalla Regione Sardegna e dalla stessa società che gestisce la miniera.

L'impianto sarà il primo di questo tipo in Europa e il primo al mondo realizzato con questa tecnologia innovativa che dovrebbe permettere di raggiungere prestazioni mai ottenute prima. Argon ma non solo. «Aria» consentirà anche la distillazione di altri isotopi sempre più utilizzati in medicina, sia nella diagnostica più avanzata che nella terapia oncologica, e anche nelle scienze ambientali e agricole. Isotopi che, tra l'altro, hanno un mercato internazionale di grande rilievo.

«Aria - ha sottolineato infatti il presidente dell'Infn, Fernando Ferroni - è un progetto che dimostra in modo trasparente la capacità del sistema scientifico, politico e industriale, quando felicemente coordinato, di costruire delle infrastrutture che hanno potenzialità a largo spettro e foriere di importanti ricadute sociali». Aspettative condivise dal governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru. «Il programma ha prospettive industriali e commerciali interessanti: giovani lavoratori e ricercatori sardi sono già impegnati in Aria, che in questo territorio è un esempio eloquente di trasformazione in positivo», ha spiegato il presidente della Regione.

«Il progetto è certo cruciale per la ricerca della materia oscura - ha confermato Cristian Galbiati, ricercatore ai laboratori del Gran Sasso e professore alla Princeton University - ma la sfida è altrettanto interessante dal punto di vista del possibile piano industriale e di sviluppo tecnologico, perché con Aria potremmo stabilire un nuovo ciclo produttivo che tenga viva la straordinaria tradizione mineraria del Sulcis-Iglesiente».

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