La Nuova Sardegna

Cagliari

Ucciso in auto a Maracalagonis, convalidato il fermo del vicino di podere

Ucciso in auto a Maracalagonis, convalidato il fermo del vicino di podere

Il pm chiede la custodia in carcere, si attende la decisione del gip

27 marzo 2020
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CAGLIARI. Il gip del tribunale di Cagliari, Massimo Poddighe, ha convalidato il fermo di Salvatore Mameli, 68 anni di Maracalagonis, sospettato di aver ucciso l'anziano compaesano e vicino di podere, Giuseppe Pintore, lo scorso 6 marzo scorso con due colpi di pistola: il corpo era stato trovato all'interno dell'auto della vittima in una stradina di campagna. Davanti al giudice l'indagato, difeso dall'avvocato Stefano Piras, si è avvalso della facoltà di non rispondere in attesa che la Procura metta a disposizione tutti gli atti dell'inchiesta. In questa fase, il difensore si è limitato a chiedere una misura cautelare meno afflittiva della custodia in carcere sollecitata dal sostituto procuratore Emanuele Secci che ha contestato all'indagato l'omicidio volontario. Solo nelle prossime ore si conoscerà la decisione del gip.

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L'udienza di convalida si è svolta questa mattina col sistema della videoconferenza, come disposto dalle norme anti contagio per l'epidemia da coronavirus. Da una parte, nell'aula del tribunale, il giudice con il pm e la difesa, dall'altra sugli schermi l'indagato, sentito dalla sala multimediale del carcere di Uta dove è stato rinchiuso dopo il fermo disposto del pm. Nel frattempo proseguono analisi di laboratorio nel gabinetto della polizia scientifica della questura di Cagliari per capire se la pistola Smith & Wesson sequestrata nell'abitazione del 68enne sia con certezza l'arma utilizzata per l'omicidio.

Il corpo senza vita dell'ottantenne era stato trovato riverso nella sua auto a poche decine di metri dalla sua abitazione: in un primo momento si era pensato a un suicidio, ma l'assenza dell'arma ha subito fatto pensare a un delitto. Le indagini della Squadra Mobile sono durate circa 20 giorni sino al fermo di Mameli: ad inchiodarlo, oltre alla pistola sequestrata isultato compatibile con l'omicidio, le immagini delle telecamere di videosorveglianza che lo hanno ritratto nel luogo del delitto. Il movente sarebbe legato a questioni economiche: l'indagato avrebbe fatto continue richieste di denaro alla vittima, a volte soddisfatte altre no. Quando è stato scoperto il corpo, il portafogli era sparito. (ANSA)

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