La Nuova Sardegna

Cagliari

Cagliari, non si placano le polemiche per l'abbattimento degli alberi

Mauro Lissia
Cagliari, non si placano le polemiche per l'abbattimento degli alberi

Il maltempo, con il crollo di alcuni arbusti, ha messo in evidenza il problema. L'opinione dell'esperto

10 settembre 2020
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CAGLIARI. Lo spaventoso nubifragio che ha allagato Cagliari ha aiutato il sindaco Paolo Truzzu, sotto attacco da tutte le parti per la decisione di tagliare 84 piante tra pini e jacarande risultate malate e quindi pericolanti in base alla relazione degli agronomi comunali: attorno alle 15 due alberi hanno ceduto alla forza delle acque, uno nel Largo Carlo Felice é crollato fra due automobili parcheggiate sfiorandole entrambe ma senza provocare danni, l'altro in viale Trieste. Gli incidenti confermano che il pericolo esiste, si tratta di stabilire se può essere affrontato con interventi terapeutici oppure non resta che la motosega. D’altronde è proprio questo il tema in discussione, alimentato da polemiche roventi che coinvolgono l’opposizione in consiglio comunale e le associazioni ecologiste, un confronto aperto che va avanti in parallelo alle indagini dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, impegnati a ricostruire i passaggi autorizzativi dell’intervento di avantieri, dieci piante abbattute nel viale Buoncammino.

Lavori sospesi. I militari hanno sospeso i lavori in attesa di chiarimenti, quando li avranno verranno sottoposti alla Procura della Repubblica. Nel frattempo è in corso un tentativo di scaricabarile: la Soprintendenza ha confermato il contenuto dell’esposto firmato dal Stefano Deliperi per il Grig, come dire che non esiste alcun nullaosta paesaggistico del ministero, che non è stato neppure informato di quanto stava per accadere. Ora poi si viene a sapere dall’avvocato Rodolfo Meloni che neppure il nuovo dirigente del verde pubblico Claudio Papoff, sospettato di aver deciso l’operazione, era informato: “Il dottor Papoff – sostiene il legale – non ha avuto alcun ruolo nella decisione, trattandosi di un provvedimento assunto prima del suo incarico. Il collegamento tra le motoseghe e l’agronomo del Comune sarebbe dunque “un’ingiustificata illazione” che avrebbe offeso Papoff. Siamo dunque davanti a questo scenario: gli operai di una ditta d’appalto abbattono in poche ore dieci alberi a Buoncammino ma non è stato il dirigente del verde pubblico a chiederglielo, anzi lui non ne sa nulla. Mentre siti d’informazione e agenzie di stampa battevano la notizia e diffondevano le immagini al Comune nessuno sapeva nulla.

Un ordine di servizio. Il via libera agli operai sarebbe contenuto in un semplice ordine di servizio, firmato – come osserva l’opposizione – senza informare nessuno. Il taglio delle piante – come hanno spiegato il sindaco Truzzu e l’assessora al verde pubblico Paola Piroddi – era previsto nella relazione tecnica ereditata da Papoff, nominato il primo di settembre: sui 1060 alberi schedfati fra i circa 14 mila della città un’ottantina risulterebbero in classe D, come dire in uno stato di salute che implica il rischio di caduta.  Fin qui i fatti. La partita però si gioca sulle prospettive, perché esistono pareri autorevoli contrari all’abbattimento. Quello di Gianluigi Bacchetta, direttore dell’Orto botanico e docente nella materia (lo pubblichiamo separatamente) è uno dei più articolati e contrasta con la decisione del Comune.

L’opposizione. In quanto all’opposizione, i toni sono pacati ma il contenuto dell’interrogazione presentata d’urgenza dalla consigliera del centrosinistra Francesca Mulas e dei successivi interventi è categorico: “Se l’abbattimento era urgente per potenziali pericoli di crollo, perché i cittadini non ne sono stati informati? – chiede l’esponente della minoranza - l'amministrazione ha pensato di chiedere altri pareri prima di cancellare ("ridisegnare") il nostro patrimonio verde? Ha valutato ad esempio cure e trattamenti per gli alberi malati, sostegni esterni per gli esemplari fragili, potature di sicurezza come suggerito da pareri di autorevoli esperti come Gianluigi Bacchetta, direttore dell'Orto botanico di Cagliari? La sostituzione è davvero programmata o dobbiamo aspettarci di perdere il 10 per cento del verde cittadino?”. Numerose le domande contenute negli interventi di Francesca Mulas e Camilla Soru, domande che scivolano rapidamente in una esplicita manifestazione di sfiducia nei confronti dell’amministrazione Truzzu: “La Giunta comunale ci ha invitato a fidarci di più. No, noi di un assessorato che ha tagliato dieci alberi in una zona interessata da vincolo paesaggistico senza coinvolgere la Soprintendenza e si è visto bloccare il lavoro dai Carabinieri non ci fidiamo. Noi preferiamo fare domande su temi delicati e importanti, e aspettarci risposte chiare e precise.  Per questo chiediamo che i tagli vengano fermati fin quando non ci saranno tutti i chiarimenti, e che ad ogni taglio necessario corrisponda la messa a dimora di una nuova pianta nelle zone interessate da vecchi abbattimenti".

Gli ecologisti. Duro anche l’intervento di Stefano Deliperi, che con il suo esposto ha determinato l’arrivo dei carabinieri sul viale Buoncammino: “Nel centro storico e in buona parte di Cagliari qualsiasi intervento del genere dev’essere necessariamente munito di autorizzazione paesaggistica con specifico parere vincolante dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Non solo, “le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico” sono tutelate con vincolo culturale, a meno che non sia intervenuta una verifica negativa dell’interesse culturale da parte dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo  (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Quindi, in tali luoghi – prosegue la nota di Deliperi - qualsiasi intervento dev’essere preventivamente autorizzato dei competenti organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e il Turismo (art. 21 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.). Le autorizzazioni non sono necessarie soltanto in caso di comprovata esigenza di pubblica incolumità, concretizzata in specifica motivata ordinanza sindacale contingibile e urgente (art. 50 del decreto legislativo n. 267/2000 e s.m.i.). Per capirci meglio, un taglio di alberi giustificato a parole in area tutelata con vincoli ambientali e/o culturali privo delle relative autorizzazioni e in assenza di specifica ordinanza contingibile e urgente per ragioni di incolumità pubblica è abusivo e fonte di responsabilità per chi lo dispone e chi lo esegue”.

Il direttore dell'Orto Botanico Gianluigi Bacchetta. «Da sempre le micosi costituiscono una delle principali patologie che interessano i vegetali. Gran parte degli alberi, non solo quelli cittadini, presentano segni più o meno evidenti di ciò nei diversi apparati ipogei ed epigei. Così come si combattono in agricoltura, nei frutteti, nei vigneti o negli oliveti, le micosi si possono contrastare anche in città, sempre che il danno non abbia compromesso la stabilità strutturale delle piante. Nel caso specifico del Largo Carlo Felice, la costrizione in spazi angusti determinata dai parcheggi, i danni causati dal rifacimento delle pavimentazioni stradali e dei marciapiedi, oltre all'alto livello di inquinamento da idrocarburi pesanti, hanno nel tempo ridotto e in alcuni casi compromesso la vitalità delle jacarande».

Oggi lo stato di salute di molti esemplari è precario e a mio avviso sarebbe necessario:

  1. Eliminare o almeno ridurre la sosta dei veicoli
  2. Ampliare le aiuole di ciascuna pianta o meglio ancora asportare il bitume nell'intera fascia alberata
  3. Effettuare una potatura di sicurezza, senza capitozzature come avvenuto in passato
  4. Mettere a dimora tutte le piante oggi mancanti o che nel tempo potrebbero dover essere sostituite
  5. Procedere con periodici trattamenti per ridurre l'impatto delle micosi
  6. Realizzare strutture di sostegno per quegli esemplari più precari dal punto di vista della stabilità strutturale
  7. Migliorare la qualità del terreno, anche apportandone di nuovo
  8. Ripristinare la pacciamatura naturale e una irrigazione di soccorso
  9. Effettuare cicli di concimazione nei periodi più freschi dell'anno
  10. Monitorare costantemente l'evoluzione della alberatura nel suo complesso e di ciascun esemplare nello specifico.

«Tutto questo ha dei costi, non solo economici, necessita tempo e accettazione da parte della popolazione. Molte jacarande sono come degli anziani, vanno aiutati, sostenuti e gli serve un bastone... Sono la nostra memoria! Altre sono adulte e forti, ma  dobbiamo vigilare... Serve prevenire per evitare di spendere poi per le cure! Poche sono giovani e hanno bisogno di cure affettuose come i nostri figli... Sono il nostro futuro. Scrivo queste parole con umiltà, solo perché sollecitato da tanti e con l'unico scopo di contribuire alla soluzione concertata di un problema che è di tutti noi cittadini di Cagliari e non solo».

                                                                                                  

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