La Nuova Sardegna

Cagliari

Lotta ai bracconieri da Molentargius a Capoterra: 7 denunce

Luciano Onnis
Lotta ai bracconieri da Molentargius a Capoterra: 7 denunce

Sequestrati oltre 500 storni e un retino di grandi dimensioni con diametro di quasi due metri

20 dicembre 2021
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CAGLIARI. Sette bracconieri che cacciavano di frodo nel parco naturale di Molentargius sono stati intercettati e denunciati in stato di libertà dai carabinieri forestali del Nucleo Cites di Cagliari, che hanno anche recuperato oltre 500 storni cacciati illegalmente e attrezzatura per la cattura dei volatili.

L’operazione è stata effettuata in questi primi venti giorni di dicembre e si è svolta nell’ambito delle iniziative volte alla prevenzione e repressione del fenomeno del bracconaggio, coordinate localmente dal Nucleo carabinieri Cites di Cagliari, diretti dalla capitana Marta Simonetti di Cagliari, è stata avviata nel mese di Dicembre un’importante campagna di controlli nel Sud Sardegna ed in particolare nel Parco Naturale dello Stagno di Molentargius. Quest’area, unitamente ai rilievi del Sulcis e del Sarrabus sono tra i punti caldi del bracconaggio italiano e per questo chiamati “Black Spot” dal Piano d’Azione Nazionale per il contrasto degli illeciti contro gli uccelli selvatici. L’intervento nel parco di Molentargius, assieme ai militari del Cites con il Reparto operativo - Sezione antibracconaggio e reati in danno agli animali, con il supporto dei carabinieri delle Compagnie di Quartu Sant’Elena e di Cagliari. Le forze in campo hanno setacciato senza sosta il territorio cercando le tracce dei bracconieri nei canneti dello Stagno di Molentargius (Quartu Sant’Elena) e nella macchia mediterranea (Capoterra) concentrando l’attenzione sulle aree già segnalate dai volontari Lipu, Cabs e WWF e verificando le aree di appostamento grazie anche ad un sorvolo ricognitivo effettuato dal XI Nucleo Elicotteri di Elmas.

La campagna di contrasto al bracconaggio nel Sud Sardegna in meno di una settimana ha portato complessivamente all’individuazione di 7 persone ritenute responsabili di furto venatorio a mezzo di strumenti di cattura vietati, uccisione di animali e ricettazione. Le persone individuate sono state denunciate in stato di libertà e i profili di responsabilità saranno accertati dalla magistratura in ossequio alle norme vigenti. Le operazioni hanno portato anche al sequestro di oltre 500 storni (Sturnus vulgaris), un grosso coppo (un retino di grandi dimensioni con diametro di quasi due metri che può catturare centinaia di esemplari con un solo utilizzo), un laccio in acciaio di grandi dimensioni per la cattura di ungulati protetti e rari come il cervo sardo. I fatti sono al vaglio dell’autorità giudiziaria competente.

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