Cagliari, tre accoltellamenti in due giorni: i residenti del quartiere Marina hanno paura
Sit in di protesta stamani 28 gennaio: «Siamo abbandonati alla microcriminalità»
Cagliari È più che mai allarme per l’ordine pubblico nel quartiere della Marina e zone limitrofe, sempre più in mano alla delinquenza e alla microcriminalità organizzata di immigrati africani di varia nazionalità che hanno trasformato la zona del fronte porto in un loro presidio, dove ciascuno cerca di imporre la propria supremazia. Tre accoltellamenti negli ultimi due giorni (venerdì e sabato) fra tunisini e algerini e risse continue – per non parlare dello spaccio di stupefacenti sempre attivo - in quello che sembra essere diventato il quartier generale della delinquenza di importazione, fermo restando che non manca il fattivo contributo di giovinastri locali (fra cui molti adolescenti) che nelle serate del weekend bevono e poi ne combinano di tutti i colori.
Dopo i tre fatti di sangue del weekend – ci sono stati anche due arresti -, qualche decina di residenti e commercianti della Marina si sono ritrovati questa mattina 28 gennaio per un sit in di protesta in piazza Sant’Eulalia, uno dei punti più caldi del quartiere. «La situazione è ormai degenerata – hanno accusato -, vogliamo una presenza più costante e numerosa delle forze dell’ordine. Questa è la zona di maggiore presenza turistica della città assieme al Poetto, ma il pericolo e la paura tengono lontani quanti, soprattutto la sera, vorrebbero trascorrere ore di allegria e serenità. Qui non è più possibile farlo fra delinquenti e ubriachi che impongono la violenza. Chi abita qui non può uscire di casa, ha paura».
Altrettanta insicurezza da parte dei gestori di attività commerciali, che spesso devono abbassare le serrande per evitare il peggio. «Questa escalation di violenza con tre accoltellamenti in 24 ore – ha commentato Sandra Orrù, presidente del comitato “Apriamo le finestre alla Marina” – ha creato un clima di paura. Ci sentiamo abbandonati». Intervento anche del presidente provinciale della Fipe Confcommercio, Emanuele Frongia: «Siamo molto preoccupati – ha detto Frongia -. La situazione è davvero pesante, potrebbe esplodere da un momento all’altro in forme di violenza ancor maggiore, anche con persone del posto che nella esasperazione potrebbero reagire in maniera inconsulta». C’è nella Marina, in piazza Matteotti, in piazza del Carmine, piazza Yenne e nelle strade attigue, un senso di insicurezza e di paura che tiene lontani i cagliaritani a ogni calar del buio. Il piano dell’ordine pubblico del comitato provinciale per la sicurezza predisposto dalla prefettura non ha funzionato come si ipotizzava da parte delle forze di polizia. Pattuglie di carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia locale si sono suddivisi i compiti nella vigilanza, ma il risultato è ampiamente insufficiente. Il personale impiegato non è in numero adeguato per carenze di organico e il pattugliamento delle zone calde non risulta di conseguenza sufficiente e capillare. L’area da coprire è piuttosto vasta e l’attuale presenza di poliziotti, carabinieri e finanzieri non basta a dare sicurezza alla Marina. Da più parti si chiede perfino una “militarizzazione” del quartiere nelle serate del weekend e controlli preventivi più assidui con agenti e carabinieri in borghese. Una richiesta già fatta anni addietro, ma senza risultato.