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Detenuto di Uta ingoia pezzi di lampada al neon e in ospedale tenta di aggredire il medico: la denuncia del sindacato

Detenuto di Uta ingoia pezzi di lampada al neon e in ospedale tenta di aggredire il medico: la denuncia del sindacato

Michele Cireddu punta il dito contro la norma inattuata in Sardegna che prevede repartini dedicati agli ospiti dei penitenziari

17 maggio 2024
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Cagliari «Ancora una notte di tensione nell’istituto di Uta, dove un detenuto ha creato letteralmente lo scompiglio»: è la denuncia del segretario generale della UIL PA Polizia Penitenziaria Michele Cireddu, che spiega cosa è successo nel carcere di Uta. «Il detenuto ha dapprima distrutto l’illuminazione della propria cella, ha raccolto pezzi di neon e li ha ingeriti con l’intento di essere inviato in un ospedale esterno. E’ stato vano il tentativo degli Agenti di portarlo alla calma, lo hanno quindi accompagnato nell’infermeria dell’istituto ed il medico ha stabilito che doveva essere inviato in un ospedale per l’estrazione degli oggetti dallo stomaco. Giunto in ospedale – si continua nella nota – l’uomo si è rifiutato di sottoporsi all’intervento ed ha improvvisamente sputato in faccia al medico e ha cercato di aggredirlo. Gli agenti con enorme difficoltà sono riusciti ad immobilizzarlo».

Cireddu spiega anche come «in ogni città dove esiste un Istituto penitenziario sia previsto un repartino ospedaliero esterno per il ricovero dei detenuti», ma questo servizio nell’isola non è mai stato realizzato. «Da anni infatti reclamiamo l’urgenza estrema di avere a disposizione un repartino per evitare di mettere a repentaglio l’incolumità dei Poliziotti, del personale sanitario , degli altri pazienti e degli stessi detenuti», dice ancora Cireddu. «Il paradosso è rappresentato dal fatto che – sottolinea – il repartino a Cagliari è stato costruito, si potrebbe utilizzare ma pare sia utilizzato come magazzino attrezzi dell’ospedale e nessuno muove un dito per consegnarlo all’Amministrazione penitenziaria come previsto dalla legge. Sono stati numerosi in questi anni gli episodi che hanno visto detenuti distruggere letteralmente intere camere negli ospedali esterni, uno si è suicidato lanciandosi dalla finestra, ci sono stati tentativi di evasione sventati miracolosamente e numerose aggressioni a danno dei poliziotti e del personale sanitario. Ed è incredibile che i detenuti spesso vengano ricoverati nelle camere dove sono presenti altri pazienti, è un rischio che ricade inevitabilmente, come al solito, sulla responsabilità della scorta che nel caso si dovessero verificare episodi gravi, rischia non solo per la propria incolumità ma dal profilo penale ed amministrativo per responsabilità non proprie».

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