Giacomo Solinas introvabile dal 2023: «Dove sei figlio mio, potrò mai riabbracciarti?»
Di lui non si hanno tracce o notizie: era uscito di casa l’8 luglio per raggiungere il nord Sardegna, dove non è mai arrivato
Cagliari «Anche oggi mi sono alzata dal letto con grande fatica, la sofferenza è tale che il mio cuore fatica a reggerla. Sono trascorsi quasi due anni e la possibilità di riabbracciarti sta svanendo di giorno in giorno». Struggente messaggio di una madre, Maria Lidia Pistis, che da due anni cerca disperatamente di capire che cosa possa essere accaduto al figlio Giacomo Solinas, svanito nel nulla nel 2023, dopo avere detto di essere diretto in Costa Smeralda per motivi di lavoro.
Pubblica una foto del figlio sorridente, scattata durante una giornata di sole, sui gradini che portano alla laveria La Marmora, monumento minerario a picco sul mare lungo il litorale di Iglesias, nella frazione di Nebida, per parlare col figlio di cui non si hanno più notizie dall’8 luglio di due anni fa. Dopo appelli accorati, ripetuti sui giornali, nelle radio locali, in tv, la madre non si dà pace.
Per ritrovarlo è sceso in campo anche il Comitato Scientifico Ricerca Scomparsi OdV che ha pubblicato un appello dei genitori di Giacomo: «È col cuore in mano che chiediamo di fornirci delle informazioni che ci aiutino a capire come e dove si è allontanato Giacomo. Può farlo chiamando: 3 88 189 4493».
Era l’8 luglio 2023 quando Giacomo Solinas, all’epoca 39enne, era uscito di casa per raggiungere il nord Sardegna, dove non è mai arrivato. Da allora la madre, Maria Lidia Pistis, non ha mai smesso di cercarlo. Che fine ha fatto Giacomo? Che cosa può essere accaduto? La famiglia cerca risposte nella speranza che qualcuno possa finalmente farsi avanti.
La sua lettera sulla pagina social: «No, io non sono abbastanza forte per reggere questa sofferenza oltremodo. Io spero che il luogo in cui ti trovi sia un luogo di pace. Un luogo che tu hai scelto, non che qualcun altro abbia scelto per te, perché se così fosse l'epilogo della tua scomparsa sarebbe molto più drammatico».