Auto in fiamme, addestratore cinofilo in fin di vita, le indagini: «Non è stato un incidente»
I carabinieri hanno scoperto che l’uomo era stato appena condannato in seguito ad accuse pesantissime: ecco che cosa è successo
Sestu Quando hanno trovato l’uomo che presentava ustioni gravissime in tutto il corpo hanno tutti pensato potesse trattarsi di un incidente. Ma dopo poche ore di indagini i carabinieri hanno scoperto che il 69enne, in gravissime condizioni, era stato appena condannato per una violenza sessuale su un minore e voleva farla finita.
Addestratore cinofilo, residente a Guasila, conosciuto alle forze dell’ordine per la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto, presentava ustioni gravissime su oltre il 60% del corpo.
Questa mattina 25 giugno, in località ex Strada Statale 131, nei pressi del parcheggio di un supermercato, i sanitari del 118 gli hanno prestato soccorso pensando fosse vittima di un incidente.
Le sue condizioni sono apparse da subito critiche: dopo un primo ricovero d’urgenza al Policlinico “Duilio Casula” di Monserrato, è stato trasferito con elisoccorso al Centro Grandi Ustionati dell’Ospedale “Santissima Annunziata” di Sassari, dove attualmente è ricoverato in prognosi riservata. A quasi un chilometro di distanza, in prossimità dell’ecocentro comunale, i Vigili del Fuoco avevano appena concluso le operazioni di spegnimento di un’autovettura Toyota Corolla completamente carbonizzata. A terra, a pochi metri dal veicolo, erano stati rinvenuti i documenti di identità e di circolazione dell’auto, intestati proprio allo stesso 69enne.
L’accurata ricostruzione dell’accaduto, condotta con immediatezza e meticolosità dai carabinieri intervenuti, ha escluso sin da subito l’ipotesi di un incidente. Gli elementi raccolti – tra cui la dinamica dei fatti, il ritrovamento dei documenti fuori dal veicolo e la raccolta delle recenti esternazioni dell’uomo – hanno fatto emergere un quadro compatibile con un tentativo di suicidio, verosimilmente interrotto quando l’uomo, sopraffatto dal dolore fisico provocato dalle ustioni, potrebbe aver deciso di allontanarsi dal luogo dell’incendio nella speranza di ricevere soccorso.
Infatti, secondo l’ipotesi investigativa attualmente al vaglio, il gesto estremo potrebbe essere stato determinato dal profondo stato di prostrazione psicologica in cui versava il soggetto, che, la sera precedente, ha appreso dell’imminente esecuzione di una condanna definitiva a sei anni di reclusione per una violenza sessuale su minore risalente al 2018; sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Cagliari e confermata dalla Corte di Cassazione.
I carabinieri della Compagnia di Quartu Sant’Elena, che conducono le indagini, proseguiranno con gli accertamenti di dettaglio per ricostruire ogni aspetto della vicenda, anche al fine di escludere ogni altra ipotesi pur se, allo stato, residuale. (l.on)