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Caso Manuela Murgia, i periti acquisiranno il Dna dell’unico indagato

Manuela Murgia la ragazza trovata nel canyon della necropoli di Tuvixeddu a Cagliari
Manuela Murgia la ragazza trovata nel canyon della necropoli di Tuvixeddu a Cagliari

Per le analisi genetiche sui vestiti è stata concessa dal Gip una proroga di 45 giorni

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Cagliari Una proroga di 45 giorni sulla consegna dei risultati degli accertamenti analitici sinora effettuati è stata chiesta e ottenuta dal Gip da parte dei carabinieri del Ris di Cagliari sugli indumenti di Manuela Murgia, la ragazza trovata morta 30 anni fa nel canyon della necropoli romana di Tuvixeddu il 5 febbraio 1995 e per cui sono state avanzate due contrastanti ipotesi, quelle del suicidio e dell’omicidio.  

Chiesta anche l’acquisizione del DNA dell’indagato Enrico Astero, 54 anni, allora fidanzato di Manuela, che la  Procura ritiene responsabile di omicidio volontario aggravato. E’ difeso dall’avvocato Marco Fausto Piras. Il caso è stato riaperto per la terza volta a inizio anno dopo essere stato archiviato per due volte come suicidio. La riapertura del fascicolo è  stata decisa dal gip Giorgio Altieri a seguito dell’esito di una consulenza  chiesta dai familiari della vittima– che mai si sono arresi all’ipotesi del suicidio, tutelati nel procedimento dagli avvocati Bachisio Mele , Giulia Lai e Maria Filomena Chessa - al medico legale Roberto Demontis sul referto redatto a suo tempo dai due colleghi Paribello e Santa Cruz che non ebbero dubbi ad attribuire la morte a un gesto volontario. Il professor Demontis, esaminando le conclusioni  dei  medici legali che eseguirono l'autopsia,  ha invece ribaltato le loro conclusioni sostenendo che si è trattato di un omicidio, presumibilmente preceduto da violenza sessuale.

Riaperto dalla Procura il caso, sempre affidato al pubblico ministero Guido Pani che si avvale della Squadra Mobile cagliaritana, diretta da Davide Carboni, è finito nel registro degli indagati il fidanzato di allora della ragazza.  Dal mese di luglio, dopo l’incidente probatorio sugli indumenti della vittima, recuperati nel vecchio istituto  universitario di medicina legale di via Porcell, sono all’opera gli specialisti del Ris di Cagliari e due periti di parte: l’ex comandante  del Ris di Parma, generale Luciano Garofalo, nominato dalla difesa,  e il genetista Emiliano Giardina, dell’Università di Tor Vergata, per conto della parte civile. Per gli esami sul vestiario e sugli scarponcini indossati da Manuela, il gip Altieri aveva concesso, a partire dal 7 luglio, ottanta giorni di tempo, con consegna dei risultati il 25 settembre prossimo.  Ma serve altro tempo agli specialisti del Ris per completare il lavoro e per questo hanno chiesto al GIP una proroga di 45 giorni e l’autorizzazione ad acquisire il campione biologico (DNA) dell’indagato per un confronto con i dati acquisiti.  Enrico Astero aveva già dato la sua disponibilità a sottoporsi a qualunque tipo di  accertamento  biologico sulla sua persona. (luciano onnis)

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