La Nuova Sardegna

Nuoro

Anonima sequestri dalla A alla Z: quando l’isola era in prima linea

Il questore Antonello Pagliei e il magistrato Mauro Pusceddu presentano il libro di Luigi Casalunga Riflettori su un fenomeno consegnato alla storia che dalla Sardegna si propagò all’intera penisola

14 giugno 2013
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NUORO. Si può usare la parola “fine” riferendosi ai sequestri di persona quando le cronache degli ultimi giorni – l’arresto di Graziano Mesina e l’ipotesi investigativa di nuovi rapimenti – sembrano dirci il contrario? Probabilmente sì, se ci riferiamo ai sequestri in quanto fenomeno, e non ai singoli casi, sempre più isolati. E questa fine ha anche una data individuabile, il 1996, con il rapimento di Silvia Melis. Ne sono convinti gli esperti chiamati a presentare ieri alla biblioteca Satta il libro «Sequestri di persona in Italia: l’archivio dei crimini (1973-2006)», secondo lavoro di Luigi Casalunga, ispettore di polizia in pensione che da qualche anno dedica il proprio tempo alla ricerca storica su questo specifico reato. Il volume, edito da Il Maestrale, fa seguito a un precedente lavoro del 2008, dal titolo «Anonima Sequestri Sarda». Ma se prima Casalunga aveva ristretto il campo a un’indagine statistica sull’isola, che pure a lungo ne ha vantato il tragico primato, oggi la ricerca si allarga all’intero territorio nazionale. Una ricerca certosina, non il semplice elenco di nomi e date, come ha sottolineato il giornalista Agostino Murgia, coordinatore dell’incontro. Di tutti i casi citati, infatti, grazie a questo libro è possibile conoscere gli esiti processuali; accanto alle schede dei sequestri, e la cifra pagata o meno per la loro liberazione, troviamo anche le condanne inflitte ai responsabili, con le sentenze definitive.

Un libro di dati, dunque, in modo particolare, ma proprio per questo uno strumento prezioso per chi volesse ulteriormente approfondire una piaga che ha avuto il suo apice in Sardegna e nella penisola negli anni Settanta. Casalunga è riuscito anche a quantificare l’entità del business dei sequestri su scala nazionale, e lo ha fatto in vecchie lire: 296 miliardi. Una cifra che, attualizzata in euro, forse non rende le dimensioni di un fenomeno che è stato un’emergenza nazionale nel quale la criminalità isolana ha svolto il ruolo di tragico apripista, a partire dagli anni Sessanta.

Per il questore di Sassari Antonello Pagliei, che del libro ha seguito la genesi, l’incontro è anche l’occasione per un amarcord personale, cioè i tanti anni trascorsi a Nuoro in prima fila contro i sequestri. Anni tragici, come il 1979, quando nell’isola ne furono messi a segno ben 12. Anni di fuoco, con un’evoluzione via via costante delle bande di rapitori, sempre più agguerrite e sanguinarie. Erano i tempi in cui Forattini nelle sue vignette disegnava la Sardegna come un orecchio mozzato e grondante sangue, anche se i primi a mettere in atto questo tragico rituale, come ha ricordato Casalunga, furono i calabresi della ’ndrangheta con Paul Getty III.

Dal magistrato Mauro Pusceddu, nuorese, classe 1969, il ricordo personale della cappa che in quegli anni avvolgeva la società sarda e barbaricina in particolare. E la convinzione di un fenomeno ormai lasciato alle spalle, con sequestri sempre più rari, a cadenza decennale, da quel fatidico 1996. Soppiantato da business più redditizi, come la droga.

Ma quanti sono stati i sequestri di persona in Italia? Il libro di Casalunga, che ha la prefazione dell’ex questore Emilio Pazzi, scomparso il mese scorso, fornisce dati precisi. Nell’arco preso in esame, dal 1969 al 1997, i rapimenti sono stati 672, dei quali 130 in Sardegna, con un “fatturato” di 35 miliardi. Il primato infatti spetta alla Calabria, o meglio alla ndrangheta, che ne mise a segno quattrocento. Ma la criminalità sarda svolse un ruolo, oltre che di apripista, di esportazione nella penisola, in particolare in Toscana e in Emilia (41 sequestri e riscatti per oltre 40 miliardi). E sbaglia chi pensa che molti rapimenti restarono impuniti: le condanne per gli esecutori infatti ammontano a 6085. (paolo merlini)

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