La Nuova Sardegna

Nuoro

Ferme 820 pratiche di invalidità civile: non ci sono medici

di Valeria Gianoglio
Ferme 820 pratiche di invalidità civile: non ci sono medici

La disperazione dei malati da mesi senza alcun sostegno Il presidente dell’Inps, Calvisi: da Roma hanno tagliato tutto

27 giugno 2013
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NUORO. I più “fortunati” aspettano solo da qualche settimana, la stragrande maggioranza, invece, attende con pazienza, dallo scorso gennaio. E nel frattempo, per alcuni di loro, purtroppo la malattia avanza e con essa il bisogno immediato di avere un sostegno, economico ma non solo. Ma il mondo della previdenza sociale, evidentemente, stavolta si mostra tutt’altro che sensibile: da cinque mesi, infatti, tagliando le convenzioni che aveva sottoscritto con i medici che esaminavano le richieste di invalidità civile, l’Inps nazionale ha di fatto condannato centinaia di pazienti di Nuoro a provincia a restare completamente all’asciutto. Nessuna dichiarazione di invalidità, nessun assegno di accompagnamento, nessun tipo di sostegno economico.

Sono 820 i pazienti barbaricini che li attendono ormai da troppo tempo insieme alle loro famiglie. Sono gli stessi, in gran parte, che per ottenere quei benefici, hanno già superato diversi scogli burocratici, diversi esami, controlli, richieste. Tra loro ci sono anche diversi malati terminali. Per molti mancava solo l’ultimo scalino, sembrava che la dichiarazione che attestava l’invalidità con tutti i suoi annessi fosse lì lì, a portata di mano. E invece nello scorso gennaio arriva la doccia fredda e lo stesso presidente dell’Inps nuorese, Gianfranco Calvisi, la spiega senza troppi giri di parole: «Ci hanno tagliato il personale», racconta, tra l’allibito e l’arrabbiato. Non la manda proprio giù, Gianfranco Calvisi, la decisione arrivata dai vertici nazionali dell’Inps. Quel taglio netto a tutte le convenzioni con i medici che si occupavano delle commissioni invalidità, che da qualche mese a questa parte, sta di fatto mandando in fumo tutti gli sforzi fatti dalla sede nuorese dell’stituto per smaltire l’arretrato.

«In un anno e otto mesi – spiega – eravamo riusciti a smaltire circa 2200 pratiche di invalidità. Poi è arrivato il taglio delle convenzioni e purtroppo tutto il lavoro fatto è stato vanificato perché non abbiamo più i medici che ci servono per coprire il lavoro delle commissioni». Per l’esattezza, a disposizione delle commissioni invalidità, allo stato attuale, c’è – incredibile ma vero – un solo medico. Che da solo, per ovvie ragioni, ha dovuto sostanzialmente alzare bandiera bianca. O meglio fare tutto quello che poteva, senza avere intorno altri colleghi. Le pratiche di invalidità, nel frattempo, si sono accumulate di nuovo e hanno raggiunto la cifra di 820. E da mesi sono ferme, in attesa che l’Inps nazionale assuma i nuovi medici. «Ho scritto, fatto decine di telefonate, sollecitato in tutti i modi possibili l’Inps di Roma – dice Gianfranco Calvisi – la risposta mi è arrivata soltanto qualche giorno fa e non è stata molto confortante. Gli uffici della Capitale, infatti, mi hanno spiegato che il bando per le nuove assunzioni verrà fatto entro luglio. E questo significa che, tra varie lungaggini burocratiche, i nuovo assunti non potranno prendere servizio prima di alcuni mesi, quindi passerà altro tempo. Mi chiedo: ma come si fa a negare un diritto del genere ai malati? Ci si sta dimenticando, forse, che dietro le 820 pratiche ci sono, purtroppo, tanti drammi».

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