La Nuova Sardegna

Nuoro

Bomba a Siotto, si va al patteggiamento

di Valeria Gianoglio
Bomba a Siotto, si va al patteggiamento

Le parti concordano una pena finale di 5 anni. Resta solo da fissare la data dell’udienza per definire la condanna

04 luglio 2013
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NUORO. Dopo più di due mesi di carcere, riflessione, e studio delle carte, evidentemente hanno ritenuto che fosse meglio chiudere la partita e ammettere, almeno in modo implicito, le loro responsabilità. Hanno chiesto di patteggiare la pena – resta solo da fissare l’udienza nella quale verrà formalizzato tutto – e raggiunto anche un primo accordo per una condanna a 5 anni, infatti, Andrea Cocco e Giuseppe Mingioni, i due giovani nuoresi arrestati alla fine di maggio dalla squadra mobile della questura di Nuoro perché accusati di aver sistemato i 250 grammi di gelatina che alle 3.40 della notte del 21 aprile avevano distrutto la Honda Civic del presidente dell’ordine degli avvocati, Priamo Siotto, e della moglie, nonché collega, Giovanna Rosa Garippa. Un ordigno che era esploso nel cuore di Nuoro, a pochi passi dal vescovado e dal corso Garibaldi, quando ancora gli ultimi nuoresi tiratardi sciamavano come zombie assonnati e tra i fumi dell’alcol per le stradine del centro.

Il movente dell’attentato, che in poche ore aveva provocato un’ondata di indignazione mai vista e piena solidarietà al legale nuorese, stando a quanto ricostruito dalla polizia con il pm Andrea Schirra, e a quanto confermato anche dal gip Mauro Pusceddu, risiedeva in un rifiuto. Priamo Siotto e alcuni colleghi del suo studio, infatti, si erano rifiutati di disertare un’udienza nella quale Andrea Cocco, insieme all’amico Antonio Manca, era imputato di resistenza nei confronti di due agenti di polizia. «Non presentatevi in udienza avevano chiesto, Cocco e i suoi familiari a Siotto – così l’udienza salta, il giudice Isabella De Angelis va via, e il processo si avvia verso la prescrizione». Siotto aveva opposto un netto rifiuto: lo stesso gip lo definisce un gesto che dimostrava una grande onestà e professionalità. Ma quel rifiuto, evidentemente, gli è costato caro: 250 grammi di gelatina da cava sistemati sotto il parafango anteriore della Honda Civic intestata alla moglie di Siotto. L’unica auto presente quel sabato notte in via Spano, visto che con l’altra auto, il legale e la consorte avevano raggiunto Alghero per un weekend di riposo. Per giunta, col tempo si è scoperto che il processo che Cocco e amici volevano far saltare, si sarebbe comunque prescritto. Ma un altro errore che avrebbe incastrato i due imputati, difesi dagli avvocati Giannino Guiso e Salvatore Murru, sta nel fatto che entrambi si sono fatti riprendere da un mucchio di telecamere. Decine di filmati che sono stati visionati, con pazienza certosina, dalla polizia, e che alla fine sono valsi loro l’arresto su ordine del gip.

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