La Nuova Sardegna

Nuoro

La Chiesa in campo contro la piaga dell’assistenzialismo

di Luciano Piras
La Chiesa in campo contro la piaga dell’assistenzialismo

Due ex presidenti diocesani dell’Azione cattolica: «Per costruire una società solidale non basta la catechesi»

23 ottobre 2013
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NUORO. La scuola, prima di tutto: «Evidenziamo il comportamento irresponsabile della burocrazia scolastica che continua a operare “tagli alla cieca” (l’espressione è del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano) penalizzando in maniera gravissima, in particolare, la scuola sarda che opera in contesti socialmente degradati, culturalmente poveri ed economicamente depressi». Punto primo. Punto secondo: «Gli operatori scolastici non dovrebbero essere lasciati soli a protestare contro l’elevato numero di alunni per classe che non permette una didattica efficace; contro la mancanza di dirigenti stabili che garantiscano il coordinamento fra i vari segmenti scolastici e con le amministrazioni locali; contro gli accorpamenti selvaggi che impoveriscono piccole realtà dove la scuola appare l’ultimo baluardo culturale».

E ancora, sulla stessa onda: «Anche i genitori e i cittadini tutti dovrebbero gridare forte e pretendere dallo Stato una presenza fattiva in questo settore, altrimenti aumenterà ancora la mortalità scolastica per cui il nostro territorio vanta già un triste primato».

Il dibattito. Ad alzare la voce, in coro, sono Francesco Cossu e Giovanni Puggioni, maestri delle elementari in pensione, nuoresi, origini orunesi il secondo, ex presidenti diocesani, entrambi, dell’Azione cattolica nuorese, negli anni Settanta. Sessantuno anni il primo, settantaquattro il secondo «come cristiani laici convinti e responsabili siamo stati sollecitati – sottolineano –, dall’intervista del vescovo monsignor Mosè Marcia alla Nuova Sardegna del 19 settembre scorso, a riflettere e a dare un nostro modesto contributo di idee e osservazioni al riguardo».

«Innanzitutto notiamo che monsignor Marcia ha voluto puntualizzare, opportunamente, che gli stanno a cuore non solamente la salvezza delle anime del popolo a lui affidato, ma anche le problematiche materiali che esso incontra in questo periodo di crisi profonda. Vorremmo riflettere su alcune urgenze da lui esplicitate perché tutti insieme ne prendiamo coscienza e ci adoperiamo per risolverle».

Sa zustissia. E se la scuola è il punto cruciale, la giustizia non è certo da meno. «Pienamente condivisibile la denuncia che “il pericolo che ognuno si faccia giustizia da sé è altissimo”. Infatti – vanno avanti Francesco Cossu e Giovanni Puggioni – è sotto gli occhi di tutti il perdurare dello sfascio della giustizia nel Nuorese che rende lo Stato latitante in questo ambito di vitale importanza per la vita delle nostre comunità».

«Riecheggia – ricordano – il grido popolare ripreso profeticamente in diverse occasioni dai vescovi monsignor Giuseppe Melas e monsignor Giovanni Melis: “Zustissia cherimus”». «Forse la nostra Chiesa, da parte sua, dovrebbe rendere ancora più efficace la sua testimonianza e il suo impegno di formazione delle coscienze per una vita pacifica, solidale e non in perenne conflittualità fra le persone» sollecitano i due ex presidenti diocesani dell’Ac. Particolarmente colpiti dalle parole di monsignor Mosè Marcia: «È vero – aveva detto il vescovo – che mancando l’autorità il pericolo che ognuno si faccia giustizia da solo è altissimo... aggiungiamoci anche che nella nostra comunità l’individualismo è esagerato». E inoltre: «Questo territorio è stato rovinato dall’assistenzialismo».

«L’individualismo esasperato e l’assistenzialismo – riprendono fiato Cossu e Puggioni – hanno evidenti ricadute sull’efficacia dell’azione pastorale della nostra Chiesa locale per cui richiedono una “conversione pastorale” di tutta la comunità (gerarchia compresa). Spesso corresponsabilità, pastorale d’insieme, organismi di comunione, sono diventati luoghi comuni, indicativi di un’attesa più che specchio di una realtà».

«Si nota un contesto ancora prevalentemente clericale – è l’analisi dei due laici – che crea spesso un crescente disagio, in forme diverse, dei laici nelle nostre comunità parrocchiali. Come ha acutamente osservato Paola Bignardi (già presidente nazionale dell’Azione cattolica), tale “disagio dei laici in genere oggi non si esprime in forme polemiche, conflittuali o rivendicative, ma in quelle più pericolose della rinuncia”».

La formazione. Da qui l’autocritica del monto cattolico e la necessità impellente di (ri)prendere in mano la formazione dei laici e di «sporcarsi le mani», come vorrebbe papa Francesco da tutti i cattolici.

«Non sarebbe giusto disconoscere e denigrare l’attività di tutti i nostri politici senza operare alcuna distinzione – sottolineano i due maestri in pensione –: sono molti coloro che operano con vero spirito di servizio e competenza a favore delle comunità. Spesso si nota anche uno scarso coinvolgimento delle comunità sulle decisioni locali importanti che genera da parte dei cittadini quasi una sorta di rassegnazione e di poca disponibilità a collaborare per il bene comune».

La Chiesa. «Ci domandiamo – aggiungono subito dopo – se la nostra Chiesa stia facendo interamente la sua parte per formare laici maturi e responsabili, che vivano la loro fede impegnandosi direttamente e autonomamente, così come ha insegnato il Concilio, per la costruzione di una società solidale e democratica».

«Tante volte – sottolineano – ci si limita ad una formazione catechetica e liturgica, ci si disperde in piccole iniziative, forse di grande visibilità e che paiono portare a risultati importanti e duraturi, tralasciando un faticoso, organico e fondamentale itinerario di formazione di cristiani che abbiano una coscienza retta e matura che serva da guida per l’impegno quotidiano nella costruzione della “città dell’uomo”, per utilizzare una felice espressione di Giuseppe Lazzati. Solo così – chiudono Francesco Cossu e Giovanni Puggioni – noi crediamo che la Chiesa diocesana possa contribuire efficacemente a contrastare l’individualismo esasperato, la rassegnazione e il pessimismo che sempre più stanno permeando il nostro territorio, specie nel mondo giovanile».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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