La Nuova Sardegna

Nuoro

Oliena, delitto del pozzo Deiana è tornato in libertà

di Mattia Sanna
Oliena, delitto del pozzo Deiana è tornato in libertà

Scarcerato per decorrenza dei termini, l’imputato ha fatto rientro a casa Lui e Pompita dovranno affrontare il “processo bis” in Appello a Cagliari

04 gennaio 2014
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OLIENA. Delitto di Manasuddas, Mario Deiana è tornato in libertà. La Corte d’Assise e il magistrato di sorveglianza di Cagliari hanno deciso la scarcerazione dell’imputato olianese per decorrenza dei termini. «Una decisione in linea con le norme – commenta il difensore Gianluigi Mastio – non si è fatto altro che applicare in maniera rigorosa la legge».

Dopo quasi sei mesi dietro le sbarre della struttura detentiva di Buon Cammino, Deiana é potuto, dunque, tornare, a casa, dai propri famigliari. Ad oggi, tuttavia, la giustizia non è arrivata ancora ad una decisione irrevocabile sulla sua posizione e sul suo coinvolgimento nel cosiddetto “omicidio del pozzo”. I diversi gradi del procedimento hanno contribuito a dilatare considerevolmente i tempi: innumerevoli sono state le udienze, infinite le audizioni di testimoni, lunghissime le pagine delle intercettazioni. Il quadro probatorio, che ne è emerso, ha presentato, quindi, non pochi aspetti di complessità e difficoltà. Finora una sola condanna è stata emessa per la morte di Pietrina Mastrone e Tiziano Cocco. Mauro Fele, ritenuto un autore del duplice efferato assassinio, si è visto irrogare, in via definitiva, la pena dell’ergastolo, confermata dalla Cassazione.

Diversa sorte è invece toccata agli altri due imputati. A luglio dello scorso anno, la Corte romana ha riaperto l’iter giudiziario nei confronti di Mario Deiana e di Sebastiano Pompita, annullando, infatti, con rinvio la condanna della Corte d’Assise, la quale sottoponeva i due presunti rei sempre alla sanzione della carcerazione a vita. Un corposo difetto nelle motivazioni del dispositivo, definite lacunose e contraddittorie, è posto alla base della scelta dell’organo giurisdizionale. In particolare, la Suprema Corte mette in risalto l’instabilità sulla quale si regge l’intero impianto accusatorio, a carico di Deiana e Pompita, fondato, per lo più, sulle dichiarazioni, non sempre attendibili, del pentito Mauro Fele e della sua ex fidanzata Antonella Artu.

Nello specifico, non si comprende, a giudizio dei magistrati della prima sezione penale, su quale base si ritenessero le dichiarazioni dei due talvolta valide, talvolta prive di riscontro.

Il 24 gennaio, negli uffici giudiziari del capoluogo isolano, presieduti dal giudice Grazia Corradini, si celebrerà la prima udienza del processo bis a Deiana e Pompita.

«In quella occasione – commenta l’avvocato Gianluigi Mastio – cercheremo di provare e dimostrare l’assoluta estraneità del nostro assistito, il quale si è sempre proclamato innocente».

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