La Nuova Sardegna

Nuoro

Agricoltura e industria, ormai è scontro

Agricoltura e industria, ormai è scontro

La difficile convivenza messa in discussione dalla Coldiretti: durissima la replica della Confindustria e dei sindacati

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NUORO. Agricoltura e industria, una convivenza difficile. Da sempre. Il miraggio industriale nella piana di Ottana aveva cancellato l’agricoltura, che ora con la crisi si sta riprendendo gli spazi perduti. Cercando di sostituire le ciminiere con le pecore e gli stipendi sicuri con i magri incassi del latte e della vendita dei prodotti della campagna. Una convivenza che con il passare del tempo è diventata sempre più complicata e che è esplosa, anche in senso letterale, quella notte del 14 aprile 2013, quando da una ciminiera era stata “sparata” sulla piana una sostanza nera, oleosa che aveva steso una coltre scura sui prati verdi e intristito con il colore del lutto il bianco vello delle pecore.

E insieme all’esplosione della ciminiera era anche esplosa quella polemica latente che ora si sta trasformando in scontro tra due fronti alla disperata ricerca di salvare il salvabile. Con un obiettivo sul quale, incredibilmente, le due fazioni si trovando d’accordo, anche se da diversi punti di vista: non perdere altri posti di lavoro, altra occupazione e non azzerare l’economia di un territorio già in ginocchio.

La magistratura sta facendo il suo corso e, dopo aver richiesto ai periti una circostanziata relazione su quel che è accaduto quella notte, ora dovrà trarre le conseguenze e valutare le varie posizioni dei soggetti coinvolti. Ma all’ombra dell’inchiesta si stanno triturando rapporti mai idilliaci, contrasti latenti e mai esplosi. Con il rischio di rendere ancora più difficile una situazione già di per se molto complicata.

Agricoltura contro industria. La Coldiretti nuorese ha sferrato l’attacco dopo le dichiarazioni dell’industriale Paolo Clivati. Ma nell’attacco ha coinvolto tutti, soprattutto chi su quella piana ogni giorno fatica e suda per riuscire a portare a casa il necessario per vivere. Sia operai, sia pastori. E le repliche non hanno tardato ad arrivare. Dalla Legacoop Nuoro Ogliastra, attraverso il presidente Totoni Sanna: «Ci uniamo alla preoccupazione della Coldiretti, ma ci teniamo a tranquillizzare tutti riguardo alla nostra cooperativa La.Ce.Sa. di Bortigali, che è un’eccellenza del territorio da oltre 106 anni, ha un livello di attenzione di primordine, e attraverso il proprio disciplinare di produzione e trasformazione risulta all’avanguardia nella tutela del prodotto e quindi estranea a qualsiasi ipotizzato pericolo sulla qualità. Rimane comunque molto alta la preoccupazione e l’attenzione per le oltre 2000 aziende agrozootecniche di quel territorio che vendono il latte alle strutture di trasformazione industriale o che lo trasformano direttamente nei microcaseifici, immettendo poi i formaggi nei vari mercatini a km zero».

Alla Confindustria, insieme alle segreterie provinciali dei sindacati confederali, Cgil, Cisl e UIl, che ha diffuso un comunicato congiunto. «Riteniamo inaccettabili e demagogiche le dichiarazioni espresse dai vertici provinciali di Coldiretti – hanno sostenuto rappresentanti degli industriali e sindacalisti –. Siamo fiduciosi nell'operato della magistratura e non vogliamo entrare nel merito della vicenda giudiziaria, riteniamo sacrosanto il principio europeo "chi inquina paga" ma a emettere sentenze non devono essere i rappresentanti della Coldiretti di Nuoro che, prendendo a pretesto una prima perizia di parte, hanno condannato le attività industriali del centro Sardegna. È gravissimo che i dirigenti provinciali di Coldiretti continuino nei social network e in internet a rivolgere insulti e illazioni alle nostre organizzazioni. E che intimino all'imprenditore di andare via, auspicando la chiusura della centrale di Ottana, incuranti della tenuta dell'intero sito produttivo e del destino occupazionale di centinaia di lavoratori in un'area già martoriata dalla crisi. I vertici provinciali di Coldiretti – continua la nota – dimenticano di dire che la perizia ha escluso pericoli per la salute delle persone e degli animali, come peraltro accertato anche dall'Istituto zooprofilattico di Sassari. I danni alle aziende agricole e agroalimentari li sta invece creando Coldiretti a causa di un allarmismo ingiustificato. Noi sosteniamo l'agroalimentare e l'agricoltura, attività che hanno convissuto per decenni senza problemi con le attività industriali. A essere anacronistica non è tanto la centrale di Ottana – hanno concluso Confindustria e sindacati – quanto la posizione di Coldiretti che considera la presenza industriale nel centro Sardegna in conflitto con gli altri settori, mentre in tutti i Paesi a economia avanzata la crescita e la sostenibilità del sistema economico dipende dalla coesistenza tra i diversi comparti produttivi». (plp)

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