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Il risparmio Irap va alla lotta alle povertà estreme

Il risparmio Irap va alla lotta alle povertà estreme

MACOMER. Per garantire l’assistenza alle povertà estreme si è grattato il fondo del barile e con i fondi del risparmio Irap si è riusciti a inventare una serie di interventi che consentiranno di...

23 luglio 2014
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MACOMER. Per garantire l’assistenza alle povertà estreme si è grattato il fondo del barile e con i fondi del risparmio Irap si è riusciti a inventare una serie di interventi che consentiranno di impiegare in piccole attività lavorative, il cosiddetto servizio civico, un certo numero di persone garantendo loro un compenso minimo. Il risparmio Irap ammonta a 88.500 euro. Per la concessione di sussidi alle persone in difficoltà economiche impiegate nel servizio civico comunale saranno spesi 62.014,95 euro, pari al 70 per cento della somma disponibile. Con l’avvio degli interventi la lotta alle povertà estreme avviata dall’assessorato ai servizi sociali del comune entra nella fase operativa. «In particolare – spiega l’assessore Rossana Ledda – è stata privilegiata la cosiddetta “linea tre”, alla quale la giunta Succu ha destinato il 70 per cento del budget a disposizione, che prevede una prestazione lavorativa (lavori di pubblica utilità come la manutenzione del verde, la sorveglianza, la pulizia e la cura del cimitero) in cambio di un contributo economico».

Dei 63 cittadini ammessi, 49 sono stati inseriti nel servizio civico e hanno iniziato il lavoro il 15 luglio. Altri 7 inizieranno a lavorare a settembre. Sette sono stati esclusi ho hanno rinunciato. «Abbiamo preferito privilegiare tale linea – prosegue Rossana Ledda – piuttosto che pagare bollette o affitti a chi è in grado di lavorare. Occorre spendere meglio le risorse utilizzandole, come in questo caso, per pagare piccole prestazioni che rendono un servizio e migliorano l’aspetto della città. A chi riceve l’aiuto è garantita la dignità del lavoro attraverso piccole attività nella cura dell’ambiente. L’ufficio servizi sociali è comunque a disposizione per esaminare richieste di servizi socialmente utili attualmente non contemplati ma che possono essere presi in considerazione». (t.g.t.)

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