La Nuova Sardegna

Nuoro

FONNI

Un omicidio a sangue freddo per una lite lunga oltre 20 anni

Pier Luigi Piredda
L'omicidio di Mario Tronci
L'omicidio di Mario Tronci

Stefano Maloccu ha visto la sua vittima, è tornato a casa a prendere la pistola e ha atteso in un angolo.Mario Tronci è stato ferito alla spalla destra, ma gli è stato fatale il colpo di pistola sparato alla tempia

25 giugno 2015
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FONNI. Ha ucciso per un garage conteso. Un magazzino sotto la sua palazzina che il patriarca della famiglia Tronci, una ventina di anni fa, gli aveva concesso di utilizzare fino a quando non avrebbe finito i lavori per la costruzione della sua palazzina tra via Bresciani e via Parrocchia.

Ma Stefano Maloccu, 73 anni, ex armaiolo ed ex fotografo, conosciuto a Fonni con il soprannome di “Anchedda”, quando il vecchio Tronci era morto, non aveva voluto mantenere la parola data e se n’era appropriato.

Era cominciata una causa, che è si protratta per due decenni, fino a quando qualche giorno l’ufficiale giudiziario ha reso esecutiva la sentenza che restituiva il garage agli eredi Tronci. E così, un magazzino del valore di qualche migliaio di euro ha trasformato un uomo triste e solitario in uno spietato assassino.

Mario Tronci, 65 anni, di Fonni, ma da anni residente a Sassari, era arrivato nel suo paese per partecipare alla festa e salutare i fratelli, che la mattina erano andati a constatare se i lavori di divisione degli spazi nel magazzino di via Bresciani stessero procedendo.

Quella visita ha forse fatto scattare qualcosa nella mente sconvolta di Maloccu che li aveva affrontati e aveva anche litigato, ma senza raggiungere toni troppo elevati, limitandosi a sostenere di aver fatto ricorso e di essere certo che la sentenza contro di lui fosse ingiusta. Ma ormai Stefano Maloccu aveva perso la testa. È rimasto chiuso in casa tutto il giorno. Solo. Come sempre. Poi, intorno alle 18,30 ha sentito il rumore della saracinesca. È andato a vedere chi entrava e ha incrociato Mario Tronci.

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Chissà da quanto tempo non lo vedeva. Tra i due non ci sarebbe stato neppure uno scambio di parole, almeno stando all’ancora sommaria ricostruzione fatta dagli investigatori agenti della squadra mobile di Nuoro, al comando del dirigente Fabrizio Mustaro, insieme agli agenti del distaccamento di polizia stradale intervenuti in via Parrocchia immediatamente dopo il delitto. Probabilmente, Stefano Maloccu in quel momento ha pensato alla vendetta. È rientrato a casa, ha preso dall’armadietto blindato, nel quale custodiva fucili e pistole, un revolver Walther 7,65 e ha atteso il momento propizio.

Quando ha sentito la serranda del garage abbassarsi, “Anchedda” si è appostato dietro il portone. Quando Mario Tronci è arrivato all’altezza della porta è uscito, gli si è avvicinato e ha sparato. A bruciapelo. Il primo colpo alla spalla destra, il secondo alla tempia. Il terzo colpo si è perso nella via proprio mentre le donne uscivano dalla messa serale dalla vicina chiesa. Mario Tronci è morto sul colpo. Uno il colpo mortale, alla testa: è stato accertato dalla perizia necroscopica eseguita dal medico legale Vindice Mingioni. Dopo la spietata esecuzione, Maloccu è rientrato a casa e ha chiuso la porta. Gli agenti della polizia stradale, che stavano passando in zona, si sono precipitati in via Parrocchia e, dopo aver constatato che per Mario Tronci non c’era più nulla da fare, sono andati a casa di Maloccu che inizialmente non voleva aprire. Poi si è arreso. E a ha seguito gli agenti.

E in caserma ha confessato il delitto, Senza ripensamento, senza pentimento. Mentre in via Parrocchia gli investigatori della squadra nobile insieme ai carabinieri della stazione di Fonni e del Reparto operativo provinciale eseguivano i rilievi per ricostruire la dinamica della spietata esecuzione.

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