Zona franca, è polemica: cinque milioni sono nulla
Carlo Prevosto critica lo stanziamento del Governo per la perimetrazione «L’entità delle risorse è fondamentale per progettare il rilancio del Nuorese»
NUORO. «È una cifra che appare semplicemente ridicola, anche solamente comparata ai danni patiti per l’alluvione». Carlo Prevosto, Pd, parte in quarta in sella al suo cavallo di battaglia: Zona franca e fiscalità di vantaggio. Ammonta ad appena 5milioni di euro, infatti, lo stanziamento del Governo alla Sardegna con il decreto legge 78/2015, «per il solo esercizio 2016, presumibilmente da spendere per la perimetrazione, ad incremento dei fondi esistenti per tutte le Zone franche d’Italia.
«E dopo?» incalza Prevosto. «E dopo che l’hai perimetrata? Inutile avere l’area della Zona franca... se non hai i soldi non fai niente» ammonisce con l’amaro in bocca.
«Paradossalmente, il Comune di Nuoro e gli altri Comuni sardi, devono ringraziare l’alluvione se vengono ricompresi nell’elenco del decreto legge 78/2015, ma non accedono in nessun modo ai benefici reali della Zona franca, né di quella integrale né di quella urbana» spiega la voce critica del Partito democratico nuorese. Che sprona i sindaci, gli amministratori, la Regione e suoi stessi compagni di partito sia con parole chiare sia con messaggi subliminali: «Leggo con piacere la scoperta del tema da parte dei nostri rappresentanti istituzionali, anche se ci chiediamo dove fossero nel 2009, quando la delibera Cipe 14/2009 individuava Cagliari e Quartu (notoriamente comuni poveri rispetto a quelli del Nuorese) come comuni ammessi ai benefici della Zona franca urbana».
Il riferimento velato, ma non tanto, è al senatore nuorese Pd Giuseppe Luigi Cucca, che nei giorni scorsi ha strigliato sia la Regione sia i Comuni affinché la Sardegna non perda il treno delle Zone franche (ai primi di novembre, infatti, scade il termine ultimo per la perimetrazione delle aree).
«È necessario un impegno da parte di tutto il territorio – attacca Prevosto – per stringere il Governo a un ben più corposo impegno finanziario, per permettere alle aree di crisi di avviare una prospettiva di rilancio concreta e duratura. La vera battaglia va iniziata adesso, sfruttando le aperture del decreto legge 78/2015 in tema di Zona franca, rilanciando lo strumento della fiscalità di vantaggio, come rivendicazione di tutto il Nuorese, sperando che, oggi come venti anni fa, si possa vedere impegnate insieme le energie sane e vitali del territorio».
Il pericolo è dietro l’angolo, infatti, secondo Prevosto: «L’articolo 13 bis del recente decreto legge 78/2015, che fa rientrare il Comune di Nuoro tra i 61 Comuni sardi che beneficiano dello strumento della Zona franca, rischia di essere fuorviante rispetto alle necessità effettive dei territori colpiti dall’alluvione e di essere utilizzato solamente per basse manovre di speculazione politica».
«Per avere un termine di paragone appropriato – insiste ancora Carlo Prevosto –, il Sulcis, con il decreto interministeriale 2 settembre 2013, ha visto stanziati 124 milioni di euro per le Zfu localizzate nel territorio di tutti i Comuni della Provincia di Carbonia-Iglesias. Va certamente salutata in modo positivo l’introduzione della Zona franca come strumento per alleviare lo stato di crisi dei territori e per iniziare a progettarne il rilancio, ma occorre avere ben presente il quadro di riferimento e in particolare l’entità delle risorse necessarie. In altri territori – in altre regioni, ma anche nella stessa Sardegna – l’onere a carico del bilancio dello Stato si misura in termini di centinaia di milioni di euro».