Il sindaco Succu: «Nessuno tocchi il marchio originale»
MACOMER. Il marchio della fiera regionale del libro – nata, cresciuta e consolidatasi a Macomer – non si tocca. Il sindaco Antonio Succu richiama l’attenzione su questo aspetto della rassegna che si...
MACOMER. Il marchio della fiera regionale del libro – nata, cresciuta e consolidatasi a Macomer – non si tocca. Il sindaco Antonio Succu richiama l’attenzione su questo aspetto della rassegna che si sta tentando di modificare, se non di cancellare, e in un comunicato ricorda che la Mostra del libro è conosciuta e riconoscibile proprio perché l’evento si colloca nella Sardegna centrale e nel brand c’è il nome di Macomer, il centro che l’ha creata e portata avanti per 15 anni. Le rassicurazioni dell’assessore alla Cultura, Claudia Firinu, sul ruolo centrale di Macomer nella manifestazione avevano tranquillizzato gli amministratori comunali e smorzato le polemiche, ma la notizia che lunedì si terrà a Cagliari un incontro tecnico del quale il comune non sapeva nulla suscita nuove preoccupazioni. «I soggetti coinvolti – si legge nella nota del sindaco – sono le due associazioni Aes e Alsi che da sempre gestiscono e si occupano degli aspetti prettamente organizzativi della manifestazione: inviti alle case editrici, presenze di autori, dislocazione negli spazi dedicati, manifestazioni collaterali. Apprendiamo che le stesse associazioni, travalicando il proprio ruolo, vorrebbero proporre alla Regione una modifica del marchio distintivo che passerebbe da Fiera del Libro di Macomer a Salone dell’Editoria e della cultura locale. Ricordati gli impegni assunti da parte della massima autorità regionale in termini di mantenimento e rafforzamento della centralità e ruolo della nostra città, riteniamo che la proposta di modifica del marchio distintivo della manifestazione sia deleteria e dannosa per tutti, a iniziare dalla manifestazione stessa». Antonio Succu dice in modo chiaro che «non è il momento di cavalcare proposte più o meno fantasiose» e pone l’esigenza «di mantenere la giusta direzione nel senso tracciato dalle intese finora intercorse, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo e delle proprie prerogative uniti dalla volontà di veder crescere un evento che rappresenta, per il comparto editoriale sardo, la testimonianza più tangibile della voglia di non far morire la cultura di un popolo». (t.g.t.)