La Nuova Sardegna

Nuoro

Agricoltura sociale: successo dei progetti del Gal del Marghine

di Tito Giuseppe Tola

Macomer, i protagonisti coinvolti raccontano l’esperienza Daniele Cadau: «Raggiunto il 95 per cento degli obiettivi»

26 novembre 2015
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MACOMER. Quando l’azienda agricola sposa gli obiettivi produttivi con le finalità sociali consegue risultati che vanno oltre il valore economico e dà risposte a bisogni dei quali non sempre lo Stato e gli enti pubblici si curano come dovrebbero. Nel Marghine lo ha fatto il Gal, il Gruppo di azione locale costituito in fondazione di partecipazione (una via di mezzo tra la fondazione vera e propria e l’associazione) il quale ha inserito nella sua programmazione tre progetti di grande valenza sociale: i servizi di ippoterapia per soggetti con disabilità psico-motorie (si tratta di un tipo di trattamento riabilitativo che avviane attraverso le attività equestri e il contatto con i cavalli), l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati in attività agricole e la didattica in fattoria, che ha coinvolto più di 400 bambini di una ventina di classi di alcune scuole del Marghine. Le attività di agricoltura sociale proposte dal Gal puntavano alla duplice finalità di dare risposte al mondo della scuola e quindi dei minori e alle categorie svantaggiate, nel primo caso in termini didattici e di coinvolgimento, riabilitazione, inserimento e integrazione nel secondo. I tre progetti hanno centrato entrambi gli obiettivi e ieri, a conclusione delle attività, i protagonisti dei progetti, che sono le aziende coinvolte, e il Gal hanno raccontato questa importante esperienza nel corso di un convegno che si è svolto a Macomer.

La didattica in fattoria l’ha raccontata Serenella Salis titolare dell’azienda “Il Cardoncello di Sindia”, dei servizi di ippoterapia ha parlato invece Giovanni Antonio Daga, titolare dell’azienda omonima sempre a Sindia, mentre degli inserimenti lavorativi di persone svantaggiate nelle aziende agricole ha parlato Daniele Cadau titolare de “L’Amico verde”, capofila di un raggruppamento temporaneo di sei aziende che ha inserito 13 persone con problemi di disabilità in attività di produzione vivaistica e di manutenzione del verde. Ha coordinato i lavori la presidente del Gal Annalisa Motzo, mentre Alfonso Pascale, che ha predisposto il progetto, ha parlato dell’importanza dell’agricoltura sociale e della ricaduta anche economica sulle aziende coinvolte.

L’agricoltura sociale è una nuova idea di agricoltura sostenibile. Prende dalla terra e restituisce alla società, soprattutto ai più deboli e ai più piccoli. Nel raccontare gli incontri con i bambini delle scuole nella sua azienda “Il Cardoncello” (è conosciuta anche per i funghi, a partire da s’antunna che produce in modo naturale in campo aperto) Serenella Salis ha detto che più di uno non aveva mai visto una gallina. Alunni che non hanno fatto la solita gita scolastica, ma hanno scoperto la fattoria, realtà per molti sconosciuta. Rita Virdis della cooperativa “Passiflora” che gestisce Badde Salighes ha raccontato alcuni aspetti dell’esperienza con le scuole e dell’integrazione di bambini che avevano avuto difficoltà a integrarsi nella classe. Daniele Cadau si è invece confrontato con la disabilità. «All’inizio c’era diffidenza da entrambe le parti – ha detto –, poi abbiamo scoperto lavoratori nuovi ma uguali a tutti gli altri. Abbiamo raggiunto il novantacinque per cento degli obiettivi. Il restante cinque per cento è la continuità del lavoro che noi non possiamo dare».

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