La Nuova Sardegna

Nuoro

A Nuoro i primi supermercati con le etichette in limba

di Francesco Cabras
A Nuoro i primi supermercati con le etichette in limba

I cartelli della merce esposta sono in limba comuna e in nuorese. Iniziativa di Antonio Mele con lo Sportello linguistico regionale

20 febbraio 2016
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NUORO. La lingua sarda entra nei supermercati. E non si limiterà a tradurre “entrata” e “uscita”, come esiste già in diversi locali pubblici. La catena “Mele Supermercati” va oltre e da domani, e per tutto il 2016, nelle cinque rivendite cittadine i clienti troveranno tutte le voci dei cartelli espositivi tradotte in limba sarda comuna e in nugoresu. Così i funghi, giusto per fare un esempio, saranno indicati come antunna e tùnniu. La data di inaugurazione dell’iniziativa non è scelta a caso: coincide con la Giornata internazionale della lingua madre, proclamata nel 1999 dall’Unesco con “l’obiettivo di promuovere la diversità linguistica e culturale ed il multilinguismo nella convinzione che una cultura della pace possa fiorire solo dove ognuno possa comunicare liberamente nella propria lingua in tutti gli ambiti della propria vita”.

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Il progetto dei Supermercati Mele, primo del genere in Sardegna, è stato voluto dal titolare Antonio Mele, che si è avvalso della collaborazione (per quanto riguarda la limba sarda comuna) dello Sportello linguistico regionale e della società nuorese di comunicazione Inoke. Lo spirito lo spiega lui stesso. «Abbiamo deciso di partecipare a sa Die de sa limba mama – afferma Antonio Mele - per avvicinare i più piccoli alla nostra lingua e per insegnare loro che il sardo può essere usato in tutti gli ambiti sociali e non solo in famiglia».

«La collaborazione – spiegano i promotori - prevede anche una campagna di comunicazione allo scopo di incentivare l’uso del sardo tra bambini e adulti. Per i più piccoli è stato creato un poster (distribuito dal pomeriggio del 22 febbraio) con personaggi raffiguranti frutta e verdura che, attraverso una vignetta, pronunciano il nome in lingua sarda».

Ma la promozione dell’uso del sardo non sarà solo questo. La campagna si svolgerà anche sul web. Sulla pagina Facebook della catena verranno proposte per una settimana ricette scritte in sardo anche “per incoraggiare il consumo della frutta e verdura nei più giovani”.

«Mi sembra un bell’inizio», commenta Diego Corraine, studioso della limba, direttore editoriale della casa editrice Papiros, nonché componente della commissione della Regione per lo studio della lingua sarda comune di riferimento. La sua speranza è che progetti simili vengano «adottati da altre imprese e che vengano scritte in sardo le insegne, le pubblicità, gli scontrini, i sacchetti della spesa. Partendo dall’uso sociale e territoriale – afferma – il sardo può ambire a diventare “normale” e ufficiale».

Commenti positivi, naturalmente, anche da parte dei responsabili dello Sportello linguistico regionale, direttamente coinvolto. «Abbiamo subito apprezzato la lodevole iniziativa di Antonio Mele – spiegano - e siamo stati ben felici di collaborare. D’altronde lo spirito dello Sportello è proprio questo e auspichiamo che ci siano sempre più proposte del genere. La presenza della lingua sarda – è l’augurio - dovrebbe diventare una cosa normale in negozi, uffici e ogni momento della nostra vita sociale».

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