La Nuova Sardegna

Nuoro

Lo Stato abbandona Macomer: sit-in alla stazione e all’ex carcere

di Tito Giuseppe Tola
Lo Stato abbandona Macomer: sit-in alla stazione e all’ex carcere

Appuntamento promosso lunedì prossimo da Unidos e Uil polizia: «Il governo continua a tagliare» La protesta nasce da una maggiore richiesta di sicurezza dopo la soppressione della Polfer

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MACOMER. Sit-in della Uil regionale di polizia e polizia penitenziaria e di Unidos lunedì di fronte al carcere di Macomer e alla stazione delle Ferrovie dello Stato per richiamare l’attenzione sullo smantellamento dei servizi nelle zone interne della Sardegna, a partire da quelli legati alla tutela della sicurezza dei cittadini. La mobilitazione parte da Macomer, dove il malessere creato dalla crisi è accentuato dalla cancellazione dei servizi, soprattutto di quelli che garantiscono la sicurezza. Il coordinamento regionale Uil polizia Sardegna e Uil polizia penitenziari della provincia di Nuoro, insieme al deputato sardo di Unidos Mauro Pili hanno deciso di avviare una campagna di mobilitazione per denunciare la fuga dello Stato dalle zone interne, iniziativa alla quale saranno invitate altre forze sindacali, categorie e amministratori comunali del territorio. L’appuntamento è per lunedì alle ore 15:30 alla stazione delle Ferrovie dello Stato, mentre il secondo appuntamento è per le ore 16 di fronte al carcere, dove sembra ormai certo che sarà utilizzato per accogliere i migranti che scappano dalle zone di guerra e da paesi colpiti dalle carestie. Nella struttura si sta procedendo in questi giorni a eseguire dei lavori di pulizia e a trasferire attrezzature e masserizie rimaste sul posto dopo la chiusura. «Mentre in ogni angolo di Sardegna crescono le tensioni sociali – si legge in un comunicato congiunto diffuso dal sindaco il della polizia e della polizia penitenziaria e Unidos –, il governo continua a tagliare uffici e servizi e a questo aggiunge ulteriori problemi con la trasformazione delle carcerari in anomali centri di accoglienza per migranti». Per essere utilizzato il carcere di Macomer dovrà essere adeguato con lavori che hanno un costo. Il coordinamento Uil polizia Sardegna pone l’esigenza di «investimenti che abbiano precedenza su spese destinate a trasformare vecchie carceri in disuso in goffe strutture di accoglienza per migranti disperati, con tutti i problemi di ordine pubblico che potrebbero comportare». Mauro Pili ritiene necessario «reagire per far comprendere al governo che non si può subìre tutto». La scelta della stazione di Macomer per il sit-in di protesta in due tappe non è casuale. «A Macomer – spiega Pietro Sortino, coordinatore regionale della Uil polizia –, fra non molto verrà soppresso anche il posto di polizia ferroviaria, già da anni lasciato morire per il mancato arrivo di personale. Possiamo immaginare cosa diverrà quella sede, lasciata in balia di poveri migranti con aumento dei rischi connessi alla sicurezza». «L’iniziativa del 2 maggio – ha concluso il deputato di Unidos Mauro Pili -– è la prima risposta per contrastare decisioni inaccettabili con impatto sociale gravissimo. Lo Stato non può continuare a decidere sulla testa dei Sardi e della Sardegna. Occorre reagire per rispedire al mittente decisioni unilaterali, gravi e prive di responsabilità e buon senso».

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