La Nuova Sardegna

Nuoro

Deledda, pioggia di critiche ma Cocco difende la statua

di Valeria Gianoglio
Deledda, pioggia di critiche ma Cocco difende la statua

L’assessore: «Il sito attorno all’opera verrà presto sistemato in modo adeguato L’arte non deve sempre andare “a gara”. È successo anche in passato»

19 agosto 2016
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NUORO. Da un lato, risponde alla lettera aperta che gli ha indirizzato l’imprenditore Ciriaco Offeddu, condivide con il professionista nuorese gran parte dell’idea che Nuoro debba diventare a pieno titolo «una città deleddiana», e sottolinea anche che lo spaventa «di meno la mancanza di un cartello, piuttosto che sentir dire a un bambino di Furreddu, di Istiritta, di Monte Gurtei che “Canne al Vento” è la pizzeria dove festeggia il compleanno».

Dall’altro, dice anche che attorno all’idea di intitolare alla Deledda parte del Corso si potrebbe «utilizzare un particolare strumento di democrazia diretta qual è il referendum consultivo». Ma rispondendo alla pioggia di critiche attorno alla statua, l’assessore comunale alla Cultura, Sebastian Cocco, spiega che quanto ai giudizi sull’opera e sulla sua collocazione, a lui «basta la spiegazione artistica del suo autore (Pietro Costa, ndr) che trovo assolutamente insindacabile». «Ti confermo, invece – scrive, rivolgendosi sempre a Offeddu – che il sito circostante sarà oggetto a brevissimo di significative modifiche, di concerto ovviamente con l'artista, che valorizzeranno il monumento». Nella stessa lettera di risposta, poi, l’assessore Cocco risponde anche alla critiche ricevute dal consigliere comunale di opposizione Pierluigi Saiu, che lo aveva accusato di non aver coinvolto la città e i nuoresi nel progetto e di non aver fatto un concorso di idee. «Ritengo personalmente – scrive Cocco – che le espressioni e espressioni artistiche non debbano andare “a gara”. Il coinvolgimento della comunità non può essere così retoricamente proposto sotto forma di una partecipazione alla committenza, o tanto meno ad un semplicistico bando delle idee. Si tratta, infatti, non di manufatto monumentale ma di opera espressiva ad alto tasso interpretativo, come tale unica ed irripetibile. In ogni periodo storico la committenza pubblica ha deciso a chi affidare l’esecuzione di un’opera, senza che la qual cosa venisse interpretata come una sopraffazione della volontà dei cittadini. Cittadini, peraltro, che col loro voto ci hanno conferito il diritto di assumere anche queste decisioni. È successo persino con la passata amministrazione, che ha commissionato a un bravissimo artista nuorese la realizzazione di diverse riproduzioni del Redentore, senza che per questo si sia gridato allo scandalo». Quanto al costo dell’opera, Cocco ribadisce che è stato di 18mila euro lordi, dei 65mila finanziati dalla Regione. Di questi, precisa, «circa l'ottanta per cento è stato impiegato per l'acquisto del bronzo. A ciò va aggiunto tutto il restante materiale e le spese dei numerosi viaggi che l'artista ha percorso per perfezionare la fusione».

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