La Nuova Sardegna

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sardi all’estero

Giovani di Macomer sparsi in tutti i continenti

Giovani di Macomer sparsi in tutti i continenti

Un’indagine del gruppo Pro Positivo che ha organizzato il Festival della Resilienza

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MACOMER. C’è un patrimonio di cervelli in fuga da Macomer che può contribuire a una nova crescita della città e del territorio. Ne sono convinti gli organizzatori del Festival della Resilienza, il gruppo di giovani che ha dato vita al blog ProPositivo, oggi associazione. Il gruppo ha avviato un’indagine fra i sardi all’estero che un anno fa ha interessato soprattutto i macomeresi. «L’anno scorso hanno risposto un centinaio di persone, soprattutto giovani di Macomer – dice Gian Luca Atzori, uno degli organizzatori del Festival, – è emerso che i macomeresi sono presenti in tutti i continenti. Siamo ripartiti con l’indagine che abbiamo esteso a tutti i sardi sparsi nel monto. Il questionario serve per capire chi sono, dove si trovano, cosa fanno, se sono interessati a tornare e, soprattutto, se ci credono. Dall’indagine dello scorso anno è emerso un dato interessante. È interessato a tornare a Macomer l’80% degli intervistati, ma ci crede solo il 30%».

Gian Luca Atzori è uno dei macomeresi nel mondo. Laureato in lingue orientali, è a Pechino da quasi quattro anni dove ha frequentato un master cinese in scienze politiche e relazioni internazionali. Ha lavorato per un’azienda cinese internazionale e ora lavora per l’università. È convinto che al territorio serva una nuova progettualità. Chi lavora all’estero ha competenze e conoscenze che può spendere nel territorio se si creano i presupposti per realizzare i progetti. «Chi sta fuori – dice – è ambasciatore di questo territorio all’estero e ha competenze importanti che possono essere utili alla comunità. Anche stando fuori siamo riusciti a dare continuità al rapporto che abbiamo avviato lo scorso anno con le scuole e le istituzioni. Rispetto al passato, oggi abbiamo uno strumento in più, che è l’intelligenza connettiva che si crea con la rete. Dobbiamo però collegarla e costruire un ponte con l’intelligenza collettiva per lavorare a una nuova crescita». (t.g.t.)

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